La ma sang ghie la ma ciö
De scin la ma ghe dün te
Kün ghyi je po la ma yin
La ma nam la kyab su ci
Il Guru è Buddha, il Guru è Dharma,
il Guru è anche Sangha,
il Guru è creatore dei Tre Gioielli,
in tutti i Guru prendo rifugio.
Corso tenuto dal Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce
nel Luglio 1979 presso l’Istituto Lama Tzong Khapa.
Parte 2 di 3
Menzioniamo brevemente le Pratiche Preliminari. Ora non c’è tempo per parlarne in dettaglio, ma chi desidera conoscere meglio come offrire il mandala, come fare prostrazioni, come prendere Rifugio, allora può leggere I testi che ne parlano.
La ma sang ghie la ma ciö
De scin la ma ghe dün te
Kün ghyi je po la ma yin
La ma nam la kyab su ci
Il Guru è Buddha, il Guru è Dharma,
il Guru è anche Sangha,
il Guru è creatore dei Tre Gioielli,
in tutti i Guru prendo rifugio.
Nella seconda, più complessa, pensiamo al campo dei meriti nella forma di Buddha Shakyamuni circondato dai protettori della dottrina, dalle divinità tantriche, dai testi e così via. La recitazione della formula del rifugio si ripete tre volte. Durante la recitazione del primo verso – La ma sang ghie la ma ciö – pensiamo che dalla visualizzazione semplice di Guru Shakyamuni, dal suo corpo, vengano emessi cinque raggi di luce di colore differente che vengono verso di noi e ci purificano da tutto il Karma negativo creato in relazione con il Guru, ci portano poi tutte le qualità e le realizzazioni del Guru e infine riuniscono il nostro Corpo, Parola e mente con quelli del Guru.
Durante la recitazione del secondo verso – de scin la ma ghe dün te – pensiamo che dal campo dei meriti si emanano questi raggi di luce, che entrino dentro di noi, purifichino il Karma negativo creato con Buddha Shakyamuni ed infine ci trasformino nel puro corpo, parola e mente di Buddha (San ghie). Durante la recitazione del terzo verso –
Kün ghyi je po la ma yin – se visualizziamo la completa figura del campo dei meriti abbiamo anche visualizzato I testi della dottrina del Dharma ed allora possiamo pensare che da quei testi provengono I raggi di luce che ci purificano dalle azioni negative commesse nei riguardi del Dharma e ci portano tutte le realizzazioni del sentiero graduale. Durante la recitazione del quarto verso – La ma nam la kyab su ci – allo stesso modo i raggi di luce provengono e ci purificano dalle azioni negative commesse in relazione al Sangha, e ci portano le realizzazioni che gli competono.
In generale vi sono due oggetti verso cui noi creiamo Karma negativo. Questi sono gli oggetti puri, come Buddha, Dharma e Sangha e sono gli esseri senzienti. In particolare, la presa del rifugio purifica il Karma negativo accumulato nei riguardi degli oggetti puri, ma questo non vuol dire che non purifichi anche altri tipi di Karma negativi commessi nei riguardi degli esseri senzienti.
Tramite questa preghiera l’oggetto del rifugio, Buddha Shakyamuni, a causa del fatto che noi generiamo il puro desiderio di bodhicitta, viene sul nostro capo e si assorbe in noi che diventiamo della stessa essenza di Guru Shakyamuni. Emaniamo allora infiniti raggi di luce che lavorano per il beneficio di infiniti esseri senzienti guidandoli allo stesso stato.
Recitata la formula del rifugio, generiamo l’attitudine di voler portare tutti gli esseri all’illuminazione attraverso la pratica dello Yoga di Avalokitesvara e pensiamo:
Questa è chiamata pratica dello speciale sviluppo di bodhicitta. A questo punto visualizziamo di fronte a noi Guru Avalokitesvara che è la manifestazione della Compassione di tutti i Buddha delle dieci direzioni, poi pensiamo che Avalokitesvara sia sul nostro capo (se è troppo difficile pensiamo sempre che è di fronte e noi).
Diciamo meglio che ciò che noi chiamiamo il Guru che è la manifestazione della compassione di tutti i Buddha delle dieci direzioni si manifesta come Avalokitesvara nello spazio di fronte a noi, o se ci riesce, in cima al nostro capo.
Dobbiamo pensare che Avalokitesvara è la manifestazione del nostro Guru, il quale è l’essenza della compassione di tutti i Buddha.
È estremamente importante generare nella nostra mente l’attitudine illuminata di bodhicitta perché senza bodhicitta è assolutamente impossibile raggiungere l’Illuminazione.
Si possono conoscere molti tipi di pratiche, anche di livello molto elevato, ma senza lo sviluppo di bodhicitta non è assolutamente possibile raggiungere l’illuminazione. E per raggiungere bodhicitta è necessario affidarci alla manifestazione della compassione di tutti i Buddha che è Guru Avalokitesvara. La pratica di meditazioni molto profonde come la meditazione sui Chakra o sulla Kundalini o su Mahamudra o su Tzocen non può portare all’Illuminazione se non posa sulla base dello sviluppo di bodhicitta. Sperare di ottenere l’Illuminazione senza aver sviluppato bodhicitta è come sperare di cogliere delle Mele nello spazio privo di alberi.
Con Guru Avalokitesvara sul nostro capo, o di fronte, meditiamo e poi recitiamo il mantra di Avalokitesvara. Se noi meditiamo su bodhicitta a questo punto della pratica risulta molto più facile comprenderla ed è molto più facile realizzare il Sentiero verso l’Illuminazione. Infatti, dopo aver praticato come descritto, e cioè dopo aver purificato le azioni negative ed aver accumulato dei meriti, diventa estremamente più facile ottenere delle realizzazioni. Si può addirittura dire che dopo questo tipo di pratica le realizzazioni che desideriamo ci piovono addosso.
Avendo preso rifugio e avendo generato bodhicitta si recita la preghiera dei sette rami. Questa recitazione non ha il senso di ripetere le parole, di citare formule, perché queste parole sono solo il suggerimento di quello che noi dobbiamo far sorgere nella nostra mente e su cui noi dobbiamo meditare. Sui testi adatti troverete facilmente la spiegazione dettagliata delle pratiche della preghiera dei sette rami. La preghiera dei sette rami è il metodo principale per l’accumulazione dei meriti ed è la causa fondamentale per ricevere l’Illuminazione. Quando nel motore dell’auto mancano le candele solo per questo l’intero motore non può funzionare, perché le candele sono un pezzo indispensabile per il funzionamento del motore, così se queste pratiche non vengono eseguite nella loro completezza non sarà possibile raggiungere l’Illuminazione.
Ognuna delle pratiche incluse nelle pratiche preliminari offre dei benefici inconcepibili.
In essa sono contenute offerte interiori, offerte esteriori, offerte segrete e offerte assolute. In ogni caso se riusciamo a praticare correttamente l’offerta esteriore questo è molto buono.
Nelle biografie dei grandi Pandit del passato come Naropa, Tilopa, Marpa, Milarepa e il grande Lama Tzong Khapa, ci sono dei passi in cui si racconta come questi grandi Yoghi ricevessero la realizzazione di Shunjata, per esempio, attraverso l’offerta del Mandala, come ricevessero tutte le realizzazioni del sentiero nello stesso modo cui una persona si vede rovesciare addosso dei sacchi di riso. L’offerta del Mandala è la pratica fondamentale per l’accumulo dei meriti (energia positiva).
La pratica della preghiera dei Sette Rami e dell’offerta del Mandala vanno seguite dall’inizio del Sentiero fino alla fine perché – perché sono proprio la causa per ricevere l’Illuminazione. Quindi dal momento in cui si genera il pensiero di voler raggiungere l’Illuminazione fino al momento in cui non la si è realizzata queste due pratiche sono di fondamentale importanza.
Oltre al nostro vi sono altri mondi in cui vivono esseri umani. Quando si offre il Mandala si visualizza al centro del Mudra che viene fatto con le mani il monte Meru che è la montagna di gioielli dove vivono gli Dei Mondani.
Attorno al monte Meru c’è un cerchio di montagne d’oro e ci sono i quattro continenti dove vivono gli esseri umani.
È molto importante che il Mandala sia visualizzato il più chiaramente possibile perché in questa pratica una visualizzazione chiara è di estremo vantaggio. Anche se noi non possediamo le ricchezze degli Dei Mondani, non possediamo i momenti d’Oro, né i quattro continenti, né le ricchezze degli uomini, tuttavia noi offriamo questo a Buddha Shakyamuni. Questa offerta ci permette di accumulare meriti infiniti come lo spazio, un ammontare di meriti enorme.
Attorno al monte Meru, qualunque sia la nostra visualizzazione, visualizziamo che ci siano tutte le realizzazioni dall’inizio del Sentiero Graduale fino all’Illuminazione nella forma di offerte piacevolissime come incenso, profumo, musica celestiale, stendardi e così via.
Questo aiuta moltissimo nell’ottenimento delle realizzazioni e nell’accumulo dei meriti.
La visualizzazione di noi stessi come il Mandala viene chiamata Mandala Interiore.
Un racconto illustra i benefici che derivano dal fare l’offerta del Mandala.
Si parla del tempo in cui Buddha Shakyamuni viveva in India.
Un giorno egli incontrò tre bambini che giocavano con la sabbia e questi tre decisero di fare un’offerta, ma non avevano nulla, così decisero di fare un’offerta con la sabbia.
Il corpo di Shakyamuni è più grande di un essere ordinario così i bambini si misero uno sopra l’altro e il più in alto offri a Buddha della sabbia visualizzando che questa offerta era dell’Oro purissimo. Successe che a causa dei meriti accumulati con questa offerta il bambino rinacque nella forma del grande Re religioso di nome Ashioka e questo ebbe durante la vita la possibilità di accumulare un numero di meriti enormi. Ad esempio, in un solo giorno fece costruire milioni di stūpa, e poi fece costruire monasteri e così via utilizzando il suo potere diffuse la religione.
Il risultato è come se il bambino avesse offerto veramente dell’Oro.
Similmente se noi offriamo a Guru Shakyamuni Buddha visualizzando davanti a noi anche solamente una ciotola di sabbia pensando però che in questa ciotola vi siano gioielli purissimi, oppure dell’oro, oppure qualsiasi altra meravigliosa offerta possiamo immaginare, i meriti che noi accumuliamo con questa offerta sono equivalenti a ciò che la nostra mente ha immaginato. Ad esempio quando noi facciamo le offerte sull’altare è di molto beneficio pensare che l’Acqua sia del nettare purissimo; a causa di questo pensiero è come se nelle ciotole ci fosse veramente del nettare e i meriti che accumuliamo sono innumerevoli.
Lama Tzong Khapa una volta chiese al suo Guru Manjusri cosa bisognasse fare per poter generare rapidamente il sentiero. Essendo Manjusri la manifestazione della saggezza di tutti i Buddha ognuno attraverso la pratica delle meditazioni di Manjusri può sviluppare una maggiore saggezza.
Alla domanda di Lama Tzong Khapa Manjusri rispose che la prima cosa da fare era visualizzare la nostra piccola divinità come inseparabile dal nostro Guru e la seconda cosa da fare era purificare il Karma negativo compiuto e accumulare dei meriti e la terza cosa da fare era meditare sul sentiero graduale.
Compiendo questa pratica la realizzazione dei punti del sentiero veniva facilitata e resa possibile.
Se noi pratichiamo queste tre pratiche unitamente – visualizzazione, purificazione ed accumulazione, meditazione – benché attualmente crediamo che in questa vita non riusciremo a fare niente, non riusciremo ad ottenere nessuna realizzazione, non riusciamo a capire nulla anche se ci viene spiegato mille volte, il sentiero tantrico sembra irraggiungibile e via dicendo, riusciremo invece ad ottenere queste realizzazioni in un tempo relativamente breve in rapporto alla situazione di ciascuno, e cioè in poche settimane, o in pochi mesi, o in pochi anni, o in poche vite.
Il primo di questi punti è quello di visualizzare la propria divinità di meditazione come inseparabile dal proprio maestro Spirituale.
Poi occorre fare richiesta al Guru-divinità di mandarci la sua benedizione affinché noi possiamo ottenere le realizzazioni del Sentiero.
Se noi richiediamo al nostro Guru di mandarci la sua benedizione, la sua energia ispiratrice, queste saranno come fertilizzante dato su di un campo coltivato; aiuteranno tutte le realizzazioni del Sentiero a nascere. La nostra mente che ora è come la roccia, è pochissimo duttile, può diventare con queste pratiche molto più elastica.
Dopo l’offerta del mandala si recita appunto la preghiera di richiesta ad Avalokitesvara. Si ripete due volte. La prima volta si immagina che della luce proviene da Avalokitesvara e ci purifica da tutte le concezioni errate e dalle ostruzioni che ci prevengono dall’ottenere delle realizzazioni.
La seconda volta pensiamo che Guru Avalokitesvara dalla cima del nostro capo scenda fino al nostro cuore e quindi pensiamo di aver ottenuto noi stessi tutte le realizzazioni del sentiero.
In particolare pensiamo di aver ricevuto la realizzazione dei due livelli di bodhicitta.
Dopo aver fatto richiesta ad Avalokitesvara leggiamo il testo della preghiera degli otto versi del training mentale e ad ogni verso pensiamo che da Guru Avalokitesvara provengano dei raggi di luce che eliminano le ostruzioni alla realizzazione dei punti descritti nel verso e ci aiutano ad ottenere quelle realizzazioni.
Poi recitiamo il Mantra, se abbiamo visualizzato Guru Avalokitesvara sul nostro capo immaginiamo che dei raggi di luce al cui inizio recano Avalokitesvara stesso si emanano e si assorbono in tutti gli esseri senzienti portando loro le realizzazioni.
Se abbiamo visualizzato noi stessi come Avalokitesvara allora pensiamo che da noi stessi si emanino questi raggi di luce.
Qualunque sentiero noi pratichiamo, si a esso quello dei Sutra oppure quello del Tantra, non esiste alcuna opportunità di raggiungere l’illuminazione se non si è precedentemente sviluppata nella mente l’attitudine di bodhicitta.
Desiderando raggiungere l’illuminazione in un tempo molto breve la miglior pratica è quello di sviluppare bodhicitta. Naturalmente occorre conoscere come si fa per sviluppare bodhicitta.
Allora noi ascoltiamo per prima cosa gli insegnamenti su come sviluppare bodhicitta. E il Guru deve essere pienamente qualificato, noi dobbiamo verificare questo. E gli insegnamenti devono derivare in linea diretta da Buddha stesso, devono essere puri.
Poi leggiamo i testi dei grandi Pandit o Yoghi indiani che hanno ottenuto le realizzazioni del Sentiero e hanno scritto di esse. Uno dei modi per sviluppare nella mente bodhicitta è chiamato il modo dei Sette Punti della Causa ed Effetto, oppure i sette addestramenti della Causa ed Effetto.
Sviluppiamo la meditazione sull’Equanimità; questo significa eliminare l’attaccamento verso i nostri amici, o chi ci è caro, ed eliminare l’odio verso le persone che non amiamo, ed eliminare l’indifferenza verso le persone che ci sono estranee.
Meditiamo sul fatto che tutti gli esseri sono stati innumerevoli volte nostra madre e quindi realizziamo questo punto.
Meditiamo sull’amore e sulla compassione verso tutti gli esseri.
Meditiamo sulla grande gentilezza che gli esseri indistintamente hanno avuto verso di noi.
Generiamo dentro di noi il puro desiderio, la determinata motivazione di bodhicitta.
La meditazione sull’Equanimità in cui si pacificano e si rendono equanimi i nostri sentimenti verso tutti gli esseri;
La meditazione sui difetti della mente che gratifica se stessi e sui vantaggi della mente che si preoccupa degli altri;
La meditazione del cambiare noi stessi con gli altri, cioè del pensare agli altri come più importanti di noi, rivolgere la gratificazione che normalmente abbiamo per noi stessi verso gli altri;
La meditazione di bodhicitta il puro desiderio di portare tutti gli esseri all’illuminazione.
Per le persone di intelligenza inferiore è più opportuno sviluppare bodhicitta tramite il metodo dei sette addestramenti di Causa ed Effetto; per le persone di intelligenza superiore è più opportuno sviluppare bodhicitta attraverso il metodo dello Scambiare se stessi con gli Altri.
In questa occasione parleremo del secondo metodo.
La prima meditazione è quella dell’equanimità, o dell’equilibrio, che è la meditazione iniziale sia per il metodo dei Sette Addestramenti che per il metodo del Cambiare se stessi negli Altri.
Nei due casi però il contenuto della meditazione è leggermente diverso.
Si tratta di eliminare l’odio per il nemico, l’attaccamento per l’amico, e l’indifferenza per l’estraneo. Il modo per eliminarli è il seguente.
Quando una persona tenta di danneggiarci pensiamo che il fatto di reagire con rabbia, di rispondere tentando a nostra volta di danneggiarla, è proprio il comportamento dei serpenti oppure delle tigri.
Queste quando son messe in pericolo o si sentono minacciate reagiscono con la stessa aggressività e la stessa violenza di chi le ostacola.
Se pensiamo questo possiamo riflettere e chiederci che differenza c’è tra noi e questi animali quando noi stessi ci comportiamo come loro quando siamo aggrediti, se quando siamo aggrediti aggrediamo a nostra volta che differenza c’è tra noi e loro? Come possiamo noi esseri umani, reagire con la stessa rabbia, con la stessa mente selvaggia di questi animali? Riflettere in questo modo è il metodo per eliminare l’irritabilità.
Quando siamo attaccati ad una persona, siamo legati ad una persona che in qualche modo ci gratifica, possiamo pensare che l’atteggiamento dell’avere attaccamento per la persona che ci gratifica (che ci fa dei complimenti, che si mostra verso di noi molto buona) è uguale all’atteggiamento dei maiali verso la persona che porta loro il cibo: i maiali sentono un grosso affetto per la persona che porta loro il cibo. Paragonando l’atteggiamento verso la persona che ci gratifica a quello dei maiali l’attaccamento svanirà.
Possiamo anche pensare che questa persona che ci gratifica non è una persona su cui si possa fare affidamento perché è come un cannibale imbroglione che cambia il suo atteggiamento in funzione del suo scopo: ora ci gratifica e poi si mostra nella sua reale natura.
Pensando in questo modo l’attaccamento viene eliminato. Anche per ora il discorso di Rinpoce termina qui.
Prima di ascoltare gli insegnamenti è necessario che sviluppiamo una motivazione pura.
Coloro che ascoltano sviluppino brevemente la motivazione di bodhicitta pensando in questo modo:
Quando la vita finisce la coscienza non finisce con la vita, ma prosegue, quindi oltre questa vita ci saranno altre vite. Se oltre questa vita noi rinasciamo in una esistenza fortunata questo non è sufficiente, nemmeno se riusciamo a liberarci del Samsara, questo solamente non è sufficiente. Piuttosto, pensando che tutti gli esseri senzienti che sono stati innumerevoli volte nostra madre sono ora privi della felicità temporale, o sono privi della felicità ultima, dobbiamo generare dentro di noi questo pensiero:
“Io stesso voglio raggiungere la piena illuminazione per poter condurre allo stesso stato tutte le mie madri esseri senzienti, per far ciò ascolterò ora i profondi insegnamenti dell’addestramento mentale Mahayana”.
In Occidente abbiamo delle condizioni materiali molto favorevoli: tutto quello di cui vogliamo godere possiamo averlo. Perché allora la nostra mente è ancora in uno stato di confusione, ha problemi, è piena di sofferenza? Perché c’è tanta aggressività, oppure c’è tanta depressione? Questo succede perché noi non abbiamo mai praticato l’addestramento mentale.
Non è importante il fatto di vivere in un posto estremamente primitivo dove non ci sono automobili, non c’è elettricità, non c’è alcun tipo di macchinario, dove non ci sono i servizi igienici funzionali, per chi pratica l’addestramento mentale non è importante il posto e le condizioni in cui questa vive. La mente di chi pratica sarà molto più in pace e molto più tranquilla di chi ha tutte queste comodità e queste facilitazioni. Spiegandosi molto in breve diciamo che per chi pratica l’addestramento mentale non è importante se ci sono problemi fisici, se ci sono problemi mentali, se ci sono problemi dal punto di vista materiale. Tutti questi problemi diventano delle cause della felicità, diventano come dei piaceri.
Perché nella mente di chi pratica i problemi non diventano causa di sofferenza?
Perché non diventano le cause di paure, frustrazioni e depressioni?
Questo avviene perché chi pratica l’addestramento mentale è capace di trasformare tutte queste difficoltà in aiuti sul sentiero dell’Illuminazione. È capace di trasformare queste situazioni sfavorevoli dal punto di vista ordinario, in situazioni che favoriscono il raggiungimento dell’Illuminazione. In questo modo chi pratica non sperimenta frustrazioni e paure di fronte alle difficoltà ma sperimenta della gioia.
Le difficoltà diventano delle cause dei metodi per raggiungere la liberazione dalla sofferenza, per raggiungere l’illuminazione e perché lui stesso possa portare all’Illuminazione tutti gli esseri.
Si dice che gli Stati Uniti dal punto di vista tecnologico, dal punto di vista del progresso materiale, sia il paese più avanzato.
Se ora voi leggete il giornale, voi potete accorgervi di come la gente stia molto male dal punto di vista dei problemi mentali, come la frustrazione, come l’aggressività e così via.
Se voi girate per una strada di New York potete vedere come l’espressione stessa del viso della gente esprima il dolore e la sofferenza che è nella loro mente, potete vedere quanta aggressività, quanti problemi abbia.
c’è aggressività, paura di non ricevere quello che si desidera, paura di non realizzare quello che si desidera. Se girate per una strada di una grande città potete vedere impressa sul viso della gente quanta sofferenza esiste in loro, potete leggere in viso i problemi che quella singola persona sta sperimentando.
Potete fare caso a quanti casi di suicidio avvengano nelle grandi città. Non c’è nessuno che obblighi questa gente ad uccidersi. Non c’è nessuna legge statale che stabilisce chi deve uccidersi. Eppure queste persone al posto di tentare di allungare la loro preziosa rinascita umana, invece di sfruttare il più possibile questa vita, a causa della disperazione si suicidano.
Capita spesso che una persona non trovi lavoro e rimane senza guadagnare per molto tempo.
Questo provoca una grandissima frustrazione, provoca molti problemi.
Capita che una persona prende un forte esaurimento e non riesca più a lavorare.
Tutto questo porta la persona a cercare un aiuto per risolvere il loro problema.
Magari vanno dalla psicoanalista e spendono un monte di soldi, denaro che magari non riescono ad avere tanto facilmente, tutto perché esse stesse non possiedono la soluzione ai loro problemi e sono costrette ad affidarsi agli psicoanalisti.
Può succedere che una fabbrica fallisca e un mucchio di persone restano senza il lavoro e questo crea moltissimi problemi. Crea frustrazioni, depressione, disperazione e via discorrendo.
Tutti questi problemi queste frustrazioni, questa follia che sopravviene nelle persone portando esaurimenti nervosi dipendono dal fatto che queste persone non hanno dei metodi per trasformare queste situazioni. Mancano dell’addestramento mentale.
Anche quando una persona ha soldi sufficienti per mantenersi tutta la vita, anche se i suoi soldi bastano per due vite (questa persona magari muore e rinasce nella stessa famiglia, così usa sempre lui il suo conto in banca) ugualmente manca della soddisfazione mentale, in essa non c’è pace mentale, non c’è rilassamento.
Allora non si accontenta di quello che possiede ma cerca di guadagnare sempre di più, occupa tutta la sua vita per cercare di guadagnare sempre di più e a causa dell’insoddisfazione conduce una vita piena di problemi, piena di frustrazione e così via.
A causa dell’insoddisfazione conduce un’esistenza miserevole.
Tutto questo è dovuto al non avere incontrato la pratica del “Training Mentale”.
La nostra vita è in costante cambiamento. Quando sperimentiamo felicità diventiamo automaticamente inconsapevoli e non ci interessiamo più del Karma, non ci preoccupiamo più di creare cause Karmiche positive, e siamo controllati dalla mente indisciplinata.
Anche l’esperienza che noi etichettiamo come piacere di fatto non è altro che un’altra forma della sofferenza. Quando sperimentiamo invece sofferenza nella mente sorge una sensazione spiacevole e questa è anche essa causa del sorgere della mente incontrollata.
Quando ci sono possedimenti materiali accade che si diventa ancora più attaccati alle cose, e la mente indisciplinata sorge.
Se non ci sono possedimenti materiali l’attaccamento e l’avarizia sono relativamente forti, ma se possediamo qualcosa, allora vi sarà la paura di perderli, abbiamo paura di perdere il potere che questi possedimenti ci danno. Abbiamo paura che altri rubino i nostri averi, e tutto questo causa grande sofferenza mentale.
Possiamo comprendere la frustrazione che provano le persone ricche, le persone che conducono un’esistenza mondana, semplicemente ascoltando i loro discorsi ed accorgerci di quanti problemi, di quanta sofferenza mentale sperimentino. Se siamo poveri anche così c’è sofferenza. Non è difficile pensare a quanti problemi dal punto di vista materiale e dal punto di vista mentale debba affrontare una persona molto povera. Quando siamo malati il nostro corpo è pieno di problemi, pieno di dolore, e la nostra mente è angosciata, ma quando non siamo malati tuttavia ci sono sempre intoppi da superare. E la maggiore sofferenza deve ancora arrivare poiché è la morte a portare con sé la più grande sofferenza, la più grande paura della nostra esistenza.
Anche se guardiamo allo stato sociale questo provoca sofferenza. Chi si trova in strati inferiori desidera posti migliori e non riuscendo ad ottenerli, dovendo essere sottomessi ai superiori proverà frustrazione. Chi invece riesce a raggiungere il posto tanto desiderato avrà molta paura di perdere il potere così acquisito, di fallire di nuovo e proverà ancora sofferenza.
Questo, ad esempio, succede alle persone che hanno lottato tutta una vita per raggiungere un determinato livello sociale, ad esempio un leader politico, o il presidente di una nazione, i quali benché abbiano completato il loro desiderio si trovano di fronte a moltissimi nuovi problemi e a dover fare dei giochi di potere per mantenere quella loro posizione.
Vediamo allora che sia per chi è in alto e per chi sta in basso ci sono sempre problemi. Chi ha successo alimenta dei fattori mentali come l’orgoglio, come l’arroganza, che creano grossi problemi, diventa attaccato alle cose piacevoli che lo circondano e non può fare più a meno di sentire cose gentili sul suo conto, o di godere di tutte le comodità del suo stato. Al contrario chi è in uno stato sociale basso si sente frustrato, depresso e non darebbe un soldo per la sua vita.
Tutte queste condizioni comuni all’esperienza ordinaria della vita invece di essere degli ostacoli, dei fastidi, per la persona che pratica l’addestramento mentale diventano degli aiuti per raggiungere la propria meta. Sia che sperimenti la vita in uno stato sociale inferiore, sia che sperimenti la vita in uno stato sociale superiore è capace di sfruttare ambedue queste occasioni per il beneficio per il beneficio della pratica.
Ammettiamo che una persona che pratica si trovi a vivere in un posto minacciato dallo scoppio di una guerra atomica, oppure che ha una malattia come la lebbra e sia cacciato via da tutte le persone. Ogni altra persona si troverebbe in uno stato di tensione, di estrema paura, di grande angoscia, ma chi pratica in questa condizione ha la mente come se fosse in paradiso. Qualunque disgrazia capiti, qualunque malanno capiti, qualunque difficoltà abbia, la persona che pratica trasforma queste stesse cose nel metodo per distruggere la causa stessa del problema. Queste stesse difficoltà diventano le cause della liberazione. Nello stesso modo in cui usiamo la scopa per pulire i pavimenti nello stesso modo chi pratica usa le difficoltà come mezzo per ottenere la liberazione.
Gli spiriti dannosi, le persone che criticano, le persone che vogliono del male, gli incidenti, le malattie, invece di diventare causa di frustrazioni ed angoscia, diventano degli ottimi amici che ci aiutano a praticare il Dharma. Diventano gli aiuti sul Sentiero dell’Illuminazione.
In quest’epoca è estremamente difficile praticare il Dharma. Centinaia e centinaia di ostacoli sorgono dall’esterno e centinaia di centinaia provengono dall’interno. In questa situazione senza possedere un metodo perfetto come l’addestramento mentale è difficilissimo per noi praticare il Dharma.
Questi insegnamenti del Training Mentale sono molto abbreviati ed esistono molti altri tipi di Training Mentale, però le pratiche fondamentali sono le stesse. Originariamente questi insegnamenti provengono da Guru Shakyamuni Buddha e sono arrivati in linea diretta fino a noi attraverso grandi Pandit come Nagarjuna, Shantideva, Atisha, che hanno ottenuto l’illuminazione. Questo testo stesso è stato scritto da un grande Pandit chiamato Nari Tampa. Arrivarono al grande Ghesce Kadampa chiamato Ghesche Cecaua, il quale costantemente li ripeteva nella sua mente e quando si imbatteva in situazioni difficili essi erano di estremo beneficio alla sua mente e lo aiutavano molto nella pratica.
“Determinato a realizzare il più alto benessere che ci proviene da tutti gli esseri che sono più preziosi della gemma che soddisfa tutti i desideri costantemente li avrò cari”.
Questo verso contiene la pratica di scambiare se stessi con gli altri ricordando la gentilezza che gli esseri ci hanno mostrato. Diciamo che questa pratica diventa più facile sviluppando il pensiero di equanimità. Pensando prima ai difetti della mente che si preoccupa solo per se stessa e poi eguagliando il pensiero che si ha per se stessi agli altri sulla base di queste due pratiche il cambiare il noi stessi con gli altri pensando alla gentilezza che le madri ci hanno mostrato diventa possibile.
Vi sono diversi modi per pensare a come egualizzare noi stessi con gli altri.
Li spiegheremo brevemente, ma per oggi il discorso finisce qui.
Ringraziamo i centri FPMT per fornire questo prezioso materiale e tutti i volontari che con il loro lavoro seguono le trascrizioni, le revisioni e la pubblicazione degli insegnamenti sul nostro sito, senza i quali tutto questo non sarebbe possibile.
Se vuoi diventare uno di loro, invia una mail a info@nalandaedizioni.it.
Corso tenuto dal Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce
nel Luglio 1979 presso l’Istituto Lama Tzong Khapa.
Parte 2 di 3