Valutare le qualità di un insegnante

Valutare le qualità di un insegnante

Se il pilota di un aereo non è ben addestrato, viaggiare con lui (o lei) è un azzardo. Lo stesso vale per un maestro spirituale. Per aiutare i praticanti a valutare la preparazione di un potenziale guru, il Buddha ha esposto quali sono le qualità che deve possedere. Gli studenti hanno la responsabilità di verificarle e di scegliere con chi desiderano instaurare una relazione guru-discepolo.

Sakya Paṇḍita notava quanto sono scrupolose le persone quando si tratta di acquistare dei gioielli; esaminare le guide spirituali e gli insegnamenti è ancora più importante poiché stiamo cercando la verità che ci condurrà alla felicità duratura. Non dovremmo correre dietro a un maestro come fanno i cani con un pezzo di carne, né lasciarci impressionare da titoli altisonanti e da troni elaborati, ma affidarci a chi conosce profondamente il Dharma e lo mette in pratica.

Gli ingenui vengono ingannati con facilità da figure carismatiche che millantano realizzazioni spirituali, soprattutto in Occidente dove il Buddhismo è relativamente nuovo e non si conoscono le qualità da ricercare in un mentore. Sono difficoltà che comunque si presentano anche in Asia. Alcuni anni fa, una persona proveniente dalla Cina continentale mi riferì che un falso lama tibetano, recatosi nel suo Paese, sosteneva di essere un re del Dharma, ma in realtà gli interessavano solo denaro e sesso. Ignari delle sue vere motivazioni, alcuni cinesi gli divennero devoti. Cose simili sono accadute anche in Mongolia.

Il Buddha non avrebbe esposto nel dettaglio le caratteristiche di una guida spirituale qualificata se fosse stato sufficiente avere una fede in qualcuno chiamato “maestro” o “lama”. Possiamo essere attratti da una persona perché carismatica, divertente o capace di farci sentire bene, ma questi non sono indicatori che confermano la sua conoscenza del Dharma o le sue realizzazioni spirituali. I nostri maestri dovrebbero essere individui su cui poter contare e di cui fidarsi, che hanno una conoscenza corretta del Dharma e della sua pratica.

Quindi dobbiamo esaminare a fondo un insegnante prima di decidere di seguirlo. Fare diversamente non è saggio. La mia raccomandazione è assistere ai suoi insegnamenti e conoscerlo di persona, senza considerarlo come il vostro insegnante e tanto meno come un buddha, piuttosto come un amico di Dharma che può condividere delle informazioni con voi. Osservate come si comporta nella vita quotidiana e valutate al meglio la sua comprensione degli insegnamenti. Informatevi con altri praticanti sulle sue qualità, prestando attenzione anche a quelle dei suoi studenti, per capire se volete diventare come loro seguendo lo stesso maestro.

Verificate se l’insegnante ha un buon rapporto con i suoi guru. Inoltre, leggete libri di Dharma in modo da avere una conoscenza generale dei princìpi buddhisti e saper valutare se gli insegnamenti di quella persona sono corretti. Dopo un po’ di tempo, se vi sarete resi conto che i suoi insegnamenti sono in accordo con il Buddhadharma, che è affidabile, competente, moralmente irreprensibile, gentile ed è un buon praticante, allora potrete instaurare una relazione guru-discepolo con lui o lei. Il Buddha raccomanda che i potenziali discepoli esaminino persino il Buddha stesso (MN 47). Ma come può un essere ordinario non risvegliato che “non conosce come realmente sia la mente di un altro” indagare su tutto questo?

Il Buddha ci esorta a usare prima l’osservazione empirica, prestando attenzione al comportamento di una persona e ascoltando le sue parole, per capire se presentano molte afflizioni mentali o se invece sono pure. Poi dobbiamo esaminare in che modo lui o lei vive il proprio ruolo d’insegnante: cerca solo notorietà e offerte, oppure dimostra una sincera compassione per i suoi studenti e un autentico desiderio di guidarli sul sentiero? In terzo luogo, chiedete direttamente al maestro se ha eliminato i difetti più evidenti e se è realizzato nel Vinaya e nel Dharma. Fare questo presuppone che lui o lei non sopravvaluti la propria pratica né affermi il falso. È piuttosto audace fare queste domande e la maggior parte dei maestri veramente realizzati sarà riluttante a parlare del proprio livello di realizzazioni. Tuttavia, se siamo soddisfatti di quanto verificato fino a questo punto, possiamo praticare ciò che ci insegna e vedere i risultati in prima persona. Se attraverso una pratica diligente e corretta realizziamo il risultato descritto dal maestro, sapremo con certezza grazie alla nostra stessa esperienza che si tratta di un guru affidabile.

Avere cento o anche mille mentori spirituali qualificati va bene ma, se non lo sono, è meglio non averne alcuno e affidarsi ai testi di Dharma finché non si incontra qualcuno di realmente preparato. Per ricevere l’ordinazione monastica o le iniziazioni tantriche, tuttavia, dobbiamo fare affidamento su una persona in carne e ossa, non possiamo basarci su un libro o fare da soli, quindi in questi casi è necessario aspettare fino a quando non si trova un maestro qualificato.

Tratto da Le basi della pratica buddhista – Studiare, riflettere, meditare – Sua Santità il XIV Dalai Lama, Venerabile Thubten Chodron – edizione brossura, 454 pp.



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