Insegnamenti dati da Khadro-la al Losang Dragpa Centre, Kuala Lumpur, Malaysia, 16 luglio 2009. Leggermente editati per la pubblicazione sulla rivista Mandala.
Come buddhisti, dovreste essere orgogliosi di voi stessi perché avete scelto un sentiero di non-violenza e di cura e preoccupazione per tutti gli esseri. La natura intrinseca di tutti gli esseri è di volere la felicità e non volere la sofferenza.
I benefici che si ricevono da un guru non sono diversi da quelli ricevuti dal Buddha pertanto il guru dovrebbe essere considerato come Buddha perché non c’è persona più gentile di quella che ha introdotto il Dharma nella nostra vita. Geshe Tenzin Zopa, che è qui a dare insegnamenti lo-jong (addestramento della mente) e lam-rim, sta coprendo l’intero Buddhadharma. Si dovrebbe mettere impegno per studiare bene.
Praticare il Dharma non è solo accumulare conoscenze intellettuali, ma deve essere una pratica che sorge dal cuore.
Da quel che ho potuto vedere, in questo Paese, c’è una gran varietà di Lama, senza alcuna preparazione e senza un lignaggio adeguato, che pretendono di essere dei guru. Se li seguite, finirete per sprecare la vostra preziosa rinascita umana. Pertanto, pensate a quanto siete fortunati a trovarvi in un centro guidato da veri Lama e dove vengono impartiti insegnamenti senza errori. Per favore non sprecate un’opportunità così preziosa.
Molti praticanti buddhisti rinunciano al Dharma quando incontrano delle difficoltà che sembrano insormontabili. Questo è dovuto esclusivamente alla persona stessa. Lo scopo principale del Dharma non riguarda il potere. Non si tratta di correre dietro alle iniziazioni e andare a caccia di Lama famosi. Se lo fate, potreste finire per essere sopraffatti dai vostri pensieri superstiziosi, e quando i problemi si presentano, potreste abbandonare del tutto il Dharma. Invece, dovete studiare. Dovete capire bene gli insegnamenti del lam-rim e del lo-jong. Anche se prendete 100 iniziazioni e possedete 100 strumenti rituali, finché non comprenderete pienamente l’addestramento mentale e il lam-rim, vi prenderete in giro da soli e rimarrete delusi. Pertanto, è indispensabile impegnarsi nello studio dell’addestramento mentale e del lam-rim.
Perché è necessario praticare l’addestramento mentale? Perché lo scopo di imparare il Dharma è quello di trovare soluzioni nella vita, di superare gli aggregati samsarici che ci legano alla sofferenza.
Nella vita ordinaria, ottenere ricchezza, cibo e riparo porta un certo piacere a livello fisico, ma non a livello mentale. La sofferenza peggiore è quella mentale. Pertanto, non abbiamo altra scelta che imparare a trasformare tale sofferenza. Per farlo, bisogna trasformare la mente. Ricchezza, rango e posizione non potranno mai gestire o affrontare la sofferenza mentale. Anche avere un gran numero di amici o mentori non aiuta, perché di fronte alla sofferenza mentale nulla serve se non l’addestramento della mente.
Tutte le sofferenze, le paure e i problemi nascono a causa delle nostre allucinazioni, dei concetti sbagliati, delle percezioni errate e quindi dobbiamo domare la nostra mente applicando il Dharma. La causa principale della sofferenza è l’attaccamento al sé, credenza nella sua esistenza intrinseca. Questo dà origine a ogni tipo di sofferenza e superstizione. Per purificare l’attaccamento al sè e ai fenomeni, bisogna conoscere e comprendere la vera natura dell’esistenza. Altrimenti non c’è modo di eliminare la sofferenza.
Poiché cerchiamo la felicità e vogliamo evitare la sofferenza, è necessario indagare da dove proviene la felicità. Ogni esperienza dipende da cause e condizioni. Le esperienze positive derivano da cause positive e quelle negative da cause negative. Non c’è nulla di esistente che non abbia un’origine dipendente. Se si riesce a capirlo, si acquisisce la convinzione che il nirvana è sicuramente possibile.
Se indaghiamo onestamente su come il Buddha rivelò i suoi insegnamenti nelle varie scuole filosofiche – negli insegnamenti dei sutra, negli insegnamenti del tantra – comprenderemo che Buddha ha insegnato secondo le capacità mentali degli esseri senzienti con cui si relazionava. Questo di per sé dimostra come gli stessi insegnamenti di Buddha siano basati sull’interdipendenza.
Per le persone dell’epoca contemporanea, si raccomanda di seguire gli insegnamenti lam-rim e in particolare gli insegnamenti su bodhichitta. Per raggiungere bodhichitta, bisogna prima realizzare che tutti gli esseri senzienti sono stati nostra madre, un’idea che oggigiorno può apparire strana o contraddittoria. Anche pratiche come scambiare sé stessi con gli altri sembrano essere difficili, ma è solo perché non ci rendiamo conto che la nostra felicità dipende dagli altri esseri senzienti.
Di nuovo, la realizzazione dell’origine dipendente è importante. Senza impegnarci nelle sei perfezioni, sarà impossibile ottenere la liberazione ma non c’è modo realizzarle senza gli esseri senzienti.
La mente egoista ed egocentrica è ciò che ci impedisce di vedere gli altri come esseri senzienti madre. Lo stesso insegnamento di Buddha sul rifugio ci sta già sottolineando la necessità di mettere in relazione la nostra pratica del Dharma con altri esseri senzienti.
Abbiamo raggiunto il XXI secolo e ci stiamo impegnando nelle pratiche preliminari, il che è molto positivo. Tuttavia, non dobbiamo aspettarci di ottenere i benefici dall’oggi al domani. Quando si analizza la natura della causa e dell’effetto, così come la natura dell’origine dipendente, si prova tanta eccitazione e interesse nel Dharma.
Non esiste un miracolo che permetta di cambiare la propria vita, ma esiste una soluzione: conoscere la giusta causa per ottenere il giusto risultato. Dopo tutto, anche nel caso delle macchine, senza le giuste cause e condizioni, non possono funzionare. Quindi, allo stesso modo con la felicità, anche se comprendiamo il lam-rim e cantiamo le preghiere, senza dedicare la nostra vita a mettere in pratica ciò che viene insegnato e a creare le giuste cause, continueremo a scatenare tutti i nostri problemi.
Ci sono vari modi per accumulare meriti e virtù, ma uno dei migliori è conoscere e comprendere la vera natura dell’esistenza. Finché non si riesce a smettere di pensare continuamente a “io, io, io” sarà difficile ottenere una felicità duratura. Più forte è l’attaccamento al sé, maggiore è la sofferenza.
Visitando vari Paesi, ho notato che ci sono sedicenti Lama che danno iniziazioni. Lo fanno perché non sanno insegnare e si limitano a conferire iniziazioni suonando le campane senza nemmeno dare un insegnamento adeguato sul rifugio. C’è persino il pericolo che diano iniziazioni che prevedono la recitazione di mantra potenti, ma chi riceve un tale impegno [senza comprensione e motivazione adeguate] può finire per provare più rabbia, più attaccamento, più afflizioni mentali che lo faranno finire nei reami inferiori. Per imparare veramente il Dharma, non si ha altra scelta che imparare il lam-rim e il lo-jong. Così, nella vita quotidiana, la trasformazione delle afflizioni mentali può avvenire applicando l’addestramento della mente.
Se si medita senza comprendere il Dharma, si può ottenere il beneficio di un po’ di relax, ma per il resto è tempo sprecato.
Il vero potere del Dharma è la sua capacità di aiutarci a sottomettere la nostra mente e permetterci di gestire meglio la vita samsarica, mettendoci in condizione di saper affrontare le pressioni della vita quotidiana. Poiché le afflizioni mentali non sono sempre attive nel nostro continuum mentale, significa che abbiamo la possibilità di meditare sugli antidoti. E dovremmo farlo. In qualsiasi situazione, anche in quella familiare, ci sarà più armonia, meno litigi, meno problemi se comprendiamo l’origine dipendente, capendo che la cura e il rispetto devono essere reciproci.
In breve, fate del vostro meglio per ottenere la comprensione della vacuità attraverso la conoscenza dell’origine dipendente. Attualizzate bodhichitta attraverso la pratica di pensieri non dannosi. Riducete l’ansia, la paura e l’insicurezza nella vita quotidiana, perché queste fanno emergere problemi e sofferenze. Finché si ha un rifugio adeguato, le benedizioni del guru e ci si impegna nella comprensione e nell’applicazione del Dharma si può ottenere la felicità.
Sono solo una donna come le altre, priva di conoscenza, e quindi potrebbe essere scortese da parte mia darvi dei consigli. Ma tutto ciò che vi ho consigliato si basa sulla mia esperienza nel costruire un senso di sicurezza, assenza di paura, contentezza e fede incrollabile nel Dharma, nei miei guru, nel karma e nell’origine dipendente. La mia vita è cambiata grazie alla mia poca comprensione dell’interdipendenza, grazie all’ispirazione che mi ha dato.
Domanda: Vedendo quanto era difficile la sua vita di un tempo, oggi come si sente?
Risposta: Non mi aggrappo alle esperienze passate perché la vita in questo corpo contaminato avrà inevitabilmente tutte le forme di esperienze e cambiamenti difficili. Quindi non mi soffermo sul passato.
Domanda: Le donne sembrano avere più difficoltà nel praticare il Dharma per temperamento, gelosia, tendenza alle chiacchiere futili. Che consigli ha da offrire loro?
Risposta: Nel Dharma potenzialmente non c’è differenza tra uomini e donne. La natura delle afflizioni mentali, la natura della chiara luce e gli antidoti da applicare sono gli stessi per gli uomini e per donne. Ci sono differenze fisiche, ma nella pratica del Dharma, entrambi hanno le stesse capacità.
Direi che le donne sono più adatte ad essere dei leader perché hanno un senso innato di cura. Per la pratica di bodhichitta, le donne hanno un potenziale più rapido per attualizzarlo a causa di questo profondo senso di cura e sacrificio per gli altri. Che gli uomini sostengano le donne o meno, i buddha e i bodhisattva ci sostengono! (risate) E quando il Buddha insegnava, insegnava riferendosi agli esseri senzienti madre e non agli esseri senzienti padre! (altre risate). Ma sì, alcune donne hanno una mente ristretta e si aggrappano a questioni di poco conto. Meglio essere di ampie vedute e pensare ad un livello più alto.