La felicità ci segue come un’ombra

La felicità ci segue come un’ombra

Estratto dalla Lezione 1 – Kopan Course nr.50 – 2017

Una delle cose più importanti da considerare è che la comprensione intellettuale del buddhismo non è sufficiente, serve anche una pratica quotidiana. Una pratica quale la consapevolezza, è di grande importanza. Non è come essere all’università dove ciò che si studia ha poca rilevanza sulla vita di tutti i giorni, non si tratta di solo sviluppo intellettuale o d’investire in un nuovo computer. Non è così; nella vita di tutti i giorni,  abbiamo bisogno della consapevolezza. Anche se si conosce un po’ di Dharma, o se siamo esperti in grado di recitare il contenuto dei  cento volumi che raccolgono gli insegnamenti del Buddha, il Tengyur, o addirittura i più di duecento tomi con i commentari dei pandit, se non si pratica  la consapevolezza, non avremo  le basi. Possiamo recitare infinite preghiere e mantra, ma non ci sarà la vera trasformazione della mente, la radice della pace e della felicità. Le preghiere e i mantra ci fanno sembrare dei buddhisti ma dentro di noi, nel nostro cuore, non lo siamo.

Come dico spesso, la peggior sofferenza nel samsara, la sofferenza dell’inferno, nasce dalla nostra mente, una mente impura, malata, gravata dalla negatività. Allo stesso tempo anche la mente pienamente sviluppata a cui ci riferiamo come la “buddhità”, la completa cessazione delle oscurazioni e il completamento delle realizzazioni,  nasce dalla mente. Il nostro inferno è un prodotto della mente negativa; la nostra illuminazione deriva da una mente positiva. 

Il samsara è frutto della mente negativa, il pensiero errato, mentre il nirvana, lo stato di pace e beatitudine, anch’esso deriva dalla mente. I problemi quotidiani sono generati dalla mente negativa,  così come la felicità quotidiana  è frutto di una mente positiva. Tutto deriva dalla mente. Nell’Abhidharmakosha (Tesoro dell’Abhidharma) si legge:

Miriadi di mondi nascono dal karma.  

I vari mondi nascono dal karma; sorgono dalla mente. Ci sono sei coscienze principali e cinquantuno fattori mentali: tra questi, i cinque fattori mentali che accompagnano la coscienza principale, kundro nga. Uno di questi è  sempa, l’intenzione, che è il karma. Dei cinque fattori mentali, il karma si riferisce all’intenzione. Tutto viene dalla mente. Il sole , la luna, ogni forma, gli oggetti dei sensi, i sensi stessi – tutto viene dalla mente. Lasciano la loro impronta nella coscienza principale e così li sperimentiamo. Quindi forme, suoni, odori, sapori, oggetti tangibili, sono tutti frutto della mente.  

Tutto ciò che è nocivo o malvagio deriva da una impronta negativa lasciata da un’azione karmica sulla coscienza ed essa si trascina da un’esistenza all’altra.  Tutto ciò che è bello, piacevole – suoni, sapori, forme e oggetti – tutto ciò che ci dà piacere deriva dalla mente, da impronte positive lasciate dal karma in passato. Tutto ciò che sperimentiamo ora, ogni giorno, e ciò che sperimenteremo  nel futuro,  deriva dalla mente. 

Questo concetto rappresenta uno dei fondamenti del buddhismo. Non è fede cieca, ma logica. Ad esempio, nel Dhammapada leggiamo: 

Tutto ciò che siamo è generato dalla mente.
E’ la mente che traccia la strada.
Come la ruota del carro segue
l’impronta del bue che lo traina,
così la sofferenza ci accompagna
quando sventatamente parliamo o agiamo
con mente impura.

Tutto ciò che siamo è generato dalla mente.
E’ la mente che traccia la strada.
Come la nostra ombra incessante ci segue
così ci segue la felicità
quando agiamo o parliamo
con purezza di mente.

I fenomeni sono creati dalla mente: quella principale e quella preliminare. Questo significa che la mente stessa precede le azioni di parola, corpo e mente stessa. Se ci esprimiamo con un cuore malvagio ne deriva sofferenza, come la ruota segue il bue. In India e Nepal si dice che dopo la ruota del carro segue il bue. Sul carro troviamo molte cose pesanti come sbarre di ferro e quant’altro, e il bue deve trascinare questo peso – se non lo fa, viene punito. Non c’è molto da spiegare, se non si muove viene percosso e se il carico è troppo, indipendentemente da quanto viene picchiato, non si muoverà.  In questo modo soffre molto, soprattutto quando fa caldo. Avrebbe bisogno di un ombrello, avrebbe bisogno di tante cose sotto il sole ma non le ha.  Allo stesso modo, tutta la sofferenza deriva dalla mente negativa.

Quando parli con qualcuno con cuore aperto e gentile, con il desiderio di essergli di beneficio,  allora come un’ombra la felicità  seguirà il corpo. Dove va il corpo, lì andrà la felicità. La felicità e sempre presente quando si agisce con un cuore positivo. Quando le azioni di corpo, parola e mente nascono da un cuore buono, la felicità arriva sia per noi che per gli altri – “come un’ombra che segue il corpo”. Come possiamo vedere, la felicità deriva dalla mente, dal buon karma, dalle azioni positive – è sempre così.

Anche ora, tutto ciò che è indesiderabile – forme, suoni, odori, sapori, oggetti – qualsiasi cosa sgradita è generata da un cuore cattivo perché è con il corpo, parola e mente che si genera karma negativo. Per contro, tutto ciò che è buono e desiderabile nasce da un cuore buono perché grazie ad esso abbiamo agito con una motivazione virtuosa e le nostre azioni di corpo, parola e mente, passate e presenti, porteranno a buon karma. Tutto deriva dal karma, la vostra mente, l’intenzione – sempa.   

Impariamo a riconoscere il Karma negativo e a evitarlo.

Dalla nascita alla morte, tutto deriva dalla mente. Le cose spiacevoli sono frutto di karma negativo, di un’intenzione negativa, mentre ciò che è positivo nasce da karma positivo, da una mente positiva, dal buon cuore. Da infinite rinascite tutto ciò che è positivo o negativo è frutto della nostra mente, e così sarà nel futuro. Pertanto, ciò che dobbiamo fare ogni giorno è riconoscere ciò che è karma negativo – tutto quello che dobbiamo abbandonare –   e ciò che è karma positivo – da coltivare, da praticare. Se siamo motivati da questo le nostre azioni di corpo, parola e mente porteranno alla felicità non solo in questa vita  e in quelle future, ma alla felicità ultima, la liberazione dal samsara, fino alla buddhità. Attraverso la comprensione di come tutto ciò che è buono o cattivo nasce dalla mente, dobbiamo impostare la nostra pratica. 

Questo ci porta  a capire come la pratica del Dharma sia la cosa più importante se desideriamo la felicità – questa è la risposta

Nel mondo le persone studiano come fare affari, i meccanismi dell’economia. All’università si impara ad avere successo negli affari ma quando effettivamente si avvia una attività a causa delle difficoltà che si incontrano si scopre che le teorie di cui siamo diventati esperti non funzionano tanto bene. La persona ha studiato tanto, ha acquisto infinite informazioni come se avesse caricato  la memoria di un computer, ma quando si passa  all’applicazione pratica, ci si deve misurare con molti ostacoli. 

Perché questo? Perché la felicità deriva dalla pratica del Dharma, dalle azioni positive di corpo, parola e mente, da un buon cuore, mentre i fallimenti, i problemi nascono a seguito di azioni negative frutto di un cuore malvagio. Purtroppo, non siamo consapevoli di questo, non abbiamo idea di come funziona e non riconosciamo il fatto che dobbiamo abbandonare il karma negativo e praticare la virtù. Ci manca questa comprensione profonda. 

La causa dei problemi, del fallimento delle nostre attività non è stata purificata. E’ stata creata in passato e può essere purificata ma non ne siamo consapevoli e, pertanto, al posto del successo sperimentiamo solo problemi e fallimenti. Coloro che hanno sviluppato un buon cuore, che hanno compiuto azioni positive, hanno il potere di sperimentare il successo. Anche se si è creato del karma negativo, si può purificare ma se non conosciamo il Dharma, questo non può avvenire e, di conseguenza, nascono problemi e ostacoli.

Vi faccio un esempio che mi vede protagonista. Negli anni sono stato di beneficio agli esseri senzienti, persone o animali e ho fatto offerte al Buddha, Dharma e Sangha. Grazie a questo posso essere di maggiore aiuto al mondo, non solo al Dharma, ma poso aiutare chi ha bisogno. Posso confermarlo per via dell’esperienza vissuta. Si tratta di un sorgere dipendente grossolano. Il sorgere dipendente sottile è la vacuità, ma questo è grossolano. Felicità e successo accadono come risultato di, dipendono da, una buona causa.  Allo stesso modo, una causa negativa può solo produrre problemi. Lo so perché l’ho sperimentato. 

Percezione, inferenza e fenomeni nascosti

Sua Santità era solito fare questo esempio: dato che vedete il fumo provenire da una casa, sapete che è scoppiato un incendio. Il fumo è la percezione diretta mentre il fuoco una valida inferenza. Molto più complesso, invece, è stabilire l’età di chi abita nella casa e ancora più difficile stabilire cosa stia pensando. Allo stesso modo tra i fenomeni troviamo alcuni che sono di immediata comprensione, altri più complessi e alcuni davvero difficili.

Abbiamo la percezione diretta – vedere il fumo – e il ragionamento inferenziale – la presenza del  fuoco. Il suono, per esempio, è impermanente poiché è chepa (un prodotto) e questo significa che è generato da cause e condizioni. La caratteristica di ciò che è prodotto è di nascere dal controllo di cause e condizioni. Pertanto la dimostrazione che il suono è impermanente è la seguente: poiché è chepa, necessariamente deve essere impermanente; oppure possiamo dire che il suono è impermanente perché, a seguito di cause e condizioni,  cambia ogni istante. Questo è il significato, il significato sottile dell’impermanenza; la comprensione dell’impermanenza del suono deriva dalla deduzione logica. 

Per esempio, guardiamo l’Io. Non ha una vera esistenza, non esiste dalla sua parte, non esiste autonomamente – semplificando, l’Io non è reale. Ciò che ci appare e che abbiamo sempre creduto essere esistente non è ciò che è. L’Io che esiste è una mera designazione; non è il vero Io che appare alla nostra mente allucinata che crediamo essere reale. Questo perché si tratta di un sorgere dipendente – non un sorgere dipendente grossolano ma bensì sottile. L’Io non esiste nel modo in cui appare o nel modo che noi crediamo. 

Ho detto che l’Io esiste come mera designazione, come un nome. Perché?

Perché è un sottile sorgere dipendente, perché esiste una base valida sulla quale apporre l’etichetta di Io – gli aggregati esistono e pertanto esiste l’Io, ma esiste solo come nome, come mera designazione della mente. Attraverso l’inferenza lo puoi capire, lo puoi realizzare.

Il livello più difficile di comprensione è legato al karma. Il risultato derivante  dall’essere stati generosi nel corso delle vite passate, è il godere di ricchezza in questa vita. Siamo stati caritatevoli in passato, magari migliaia o miliardi di eoni fa, e ora ne sperimentiamo i benefici. Se l’atto di donare è stato particolarmente potente, possiamo averlo compiuto solo ieri e già sperimentarne i benefici in termini di ricchezza oggi. 

L’aver praticato la moralità in passato, ci ha portato ad avere la preziosa rinascita umana. Tutti noi, oggi, godiamo di un corpo umano e questo è il risultato di una condotta etica e delle preghiere recitate in un tempo molto lontano, magari migliaia o miliardi di eoni orsono, o semplicemente nella vita precedente a questa – dalla pura moralità scaturisce un’esistenza come Deva o come essere umano, il corpo di un migratore felice. 

L’Onnisciente, il Buddha, ha spiegato il concetto di karma, di azione e risultato. Egli, che era privo di oscurazioni e che aveva completato tutte le realizzazioni, colui che ottenne la buddhità, diede proprio queste spiegazioni mettendoci in grado di sapere cosa fare se si  aspira a una esistenza agiata o migliore di quella attuale. Lo stesso vale se desideriamo la liberazione dal samsara o raggiungere la buddhità; dobbiamo creare le cause. L’Onnisciente ha spiegato il karma in questo modo e nessun altro essere onnisciente ha mai confutato i suoi insegnamenti. Tutti gli infiniti Buddha condividono la stessa comprensione del fenomeno data dal Guru Shakyamuni, non ci sono teorie contradditorie sul karma – questo fenomeno nascosto così difficile da comprendere.

Non dare la colpa ai fenomeni esterni.

Questo è un punto davvero importante. Quando sperimentiamo dei problemi diamo la colpa a fattori esterni, che siano fenomeni o altri esseri senzienti. Si punta il dito, si distribuisce la colpa. Adesso possiamo capire che non c’è nessuno di esterno da incolpare; che è tutto sbagliato. I problemi nascono dentro di noi; derivano dalla mente, una mente malevola, dal pensiero egoistico, da un cuore malvagio. Da queste basi scaturiscono azioni negative che danno vita a problemi. Ogniqualvolta che sperimentiamo delle difficoltà, dobbiamo subito ricordarci che sono il frutto della nostra mente. 

La difficoltà sta nel dire agli altri che devono purificare il loro karma e che devono praticare la benevolenza – io ve lo sottolineo sempre. Sperimentare problemi oggi porta grande beneficio, perché significa purificare karma negativo accumulato in passato e avere la felicità in futuro. 

Il Ghesce Kadampa Kharag Gomchung disse che bisogna gioire della sofferenza, pensando “E’ positivo che io abbia questo problema” anziché “Ho questo o quello, e non è giusto”. Invece di abbattersi pensando di essere senza speranza, dobbiamo gioire. Se sperimentiamo un risultato negativo significa che il karma negativo si è esaurito e che possiamo aspettarci solo felicità per il futuro. Quindi gioite della sofferenza.  

Inoltre, dobbiamo imparare a generare compassione per gli altri esseri senzienti. Riconoscendo che stanno soffrendo ci aiuta a generare compassione nei loro confronti e se siamo in grado di generare compassione anche solo per un singolo essere umano o animale, ci avviciniamo all’illuminazione. 

Così come Asanga che rimase in ritiro per dodici anni senza mai vedere il Buddha Maitreya poi, avendo incontrato un cane ferito sul ciglio della strada ricoperto di vermi, generò così tanta compassione da spingersi a rimuovere i parassiti con la sua lingua. In questo modo il suo karma negativo si esaurì e Maitreya gli comparve. In seguito fu portato a  Tsushita, la terra pura, dove ricevette degli insegnamenti per una mattina intera – che equivale a 50 anni per noi umani. Al suo ritorno scrisse cinque commentari che sono stati causa di illuminazione per innumerevoli esseri senzienti. Questo è quello che accadde a una persona che generò compassione per un singolo essere senziente. Se generate compassione, trovate illuminazione; se non lo fate, l’illuminazione vi sfuggirà sempre.

Ora mi fermo qui. 

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