Torma: arte e spiritualità in pasta d’orzo

Torma: arte e spiritualità in pasta d’orzo

Le torma tibetane sono sculture tradizionali create principalmente da monaci, utilizzando farina d’orzo arrostito (tsampa), burro e altri ingredienti naturali. Vere e proprie opere d’arte non sono semplici elementi decorativi, ma rivestono un significato spirituale profondo all’interno delle pratiche religiose tibetane. 

Le loro radici risalgono all’epoca pre-buddhista del Tibet, quando venivano usate nelle pratiche sciamaniche bön. Con l’avvento del Buddhismo, le torma furono integrate nelle cerimonie religiose come offerte agli dei, ai demoni e agli spiriti benevoli e malevoli. Ogni torma è carica di significati simbolici, rappresentando diverse divinità, preghiere o intenzioni.

La tsampa, farina d’orzo arrostito, è l’ingrediente principale e la sua importanza nella dieta tibetana si riflette nella sua presenza nelle pratiche spirituali. Mescolata con acqua e burro, con questa farina si crea una pasta malleabile, facile da modellare in varie forme. Una volta ultimate, le torma possono essere decorate con colori vivaci, burro colorato, semi, cereali e fiori. La precisione e l’abilità richieste per creare queste sculture sono un segno dell’alto livello delle capacità artigianali e della dedizione dei monaci.

Ogni tipo di torma ha scopi specifici:

1. Torma per le offerte (གསེར་སྐྱེམས་ –  gser skyems): sono realizzate e utilizzate durante le cerimonie per propiziare le divinità e ottenere benedizioni. Sono spesso elaborate e decorate con grande cura. Nei rituali tantrici, le offerte gser skyems sono considerate potenti mezzi per accumulare meriti.

2. Torma per la protezione (མཆོད་གཏོར་ – mchod gtor): si ritiene servano per allontanare spiriti maligni e influenze negative. Spesso hanno un aspetto vagamente minaccioso. Il concetto di mchod gtor riflette l’importanza della purificazione e della protezione nella pratica spirituale. Attraverso queste offerte, i praticanti cercano di creare un ambiente sicuro e sacro, libero da influenze dannose. L’atto di gettare via l’offerta rappresenta simbolicamente l’eliminazione degli ostacoli spirituali e delle impurità.

3. Torma quotidina (ཞག་གཏོར་) – zhag gtor): il concetto di zhag gtor riflette l’importanza della pratica quotidiana e della devozione continua. Attraverso queste offerte giornaliere, i praticanti mantengono una connessione costante con le forze spirituali benefiche e lavorano continuamente sulla purificazione della mente e dell’ambiente. Si ritiene possano anche aiutare la mente del defunto nel suo viaggio verso la prossima rinascita.

4. Torma per la meditazione (དངོས་གཏོར་ – dngos gtor) può essere tradotto come “offerta reale” o “offerta concreta”. Si riferisce a un tipo specifico di torma utilizzata spesso come un supporto visivo e tangibile per la meditazione e i rituali. Rappresenta divinità specifiche e può essere usata per concentrarsi sugli aspetti spirituali dell’esistenza.

In generale, le torma vengono utilizzate in una varietà di cerimonie e rituali. Durante le puja (preghiere collettive), vengono poste sugli altari come offerte. Durante i rituali tantrici, le torma possono essere distrutte simbolicamente per rappresentare la distruzione degli ostacoli spirituali. Nei festival religiosi, come il Losar (Capodanno tibetano), sono esibite in processioni e cerimonie pubbliche.

Il simbolismo delle torma è profondo e articolato. Forme, colori e materiali utilizzati sono tutti scelti per rappresentare vari aspetti del cosmo, delle divinità e della mente umana. Le torma sono viste come manifestazioni fisiche delle preghiere e delle intenzioni dei praticanti. La loro creazione e offerta sono atti di devozione che aiutano a purificare la mente e ad accumulare meriti.

Le torma tibetane derivano dalla fusione con pratiche religiose antecedenti alla diffusione del Buddhismo in Tibet, prevalentemente dalla tradizione bön, una forma di sciamanesimo che includeva rituali complessi per comunicare con gli spiriti della natura, gli antenati e varie divinità.

In questa tradizione, le torma venivano utilizzate come offerte per placare gli spiriti, chiedere protezione e assicurare il benessere della comunità. Includevano spesso sculture di farina e burro, simili alle torma attuali. Con l’introduzione del buddhismo – durante il regno di Songtsen Gampo (VII secolo) e poi di Trisong Detsen – molte pratiche bön furono incorporate e adattate nella nuova religione. Le torma, come offerte, furono integrate nelle cerimonie buddhiste, mantenendo alcune delle loro funzioni originali ma acquisendo nuovi significati spirituali.

Infatti con il Buddhismo tantrico (Vajrayana) l’uso di rituali e simboli complessi assunse una enorme importanza e le torma furono adottate come parte integrante di questi rituali, assumendo ruoli specifici come offerte agli dei, agli spiriti protettori e come supporti per la meditazione e le pratiche yogiche.

Dal punto di vista etimologico, la parola tibetana torma è formata da due sillabe. Tor (གཏོར་) significa rompere, disperdere o gettare via. Durante un rituale, tutte le oscurazioni, l’impurità, le influenze maligne e la negatività vengono scacciate. Contemporaneamente, i praticanti offrono tutte le sostanze eccellenti, donandole a tutti gli esseri senzienti per superare l’avarizia. Si dice che la motivazione sia l’amore come quello di una madre, ma tibetano (མ་).

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