Un breve estratto dal libro di Piero Verni appena pubblicato – Il sorriso e la saggezza – Dalai Lama, biografia autorizzata – in cui Sua Santità ricorda i giorni del suo riconoscimento.
«Poco prima che io nascessi», ricorda il Dalai Lama, «alla mia famiglia erano capitate alcune disgrazie. Mio padre giaceva a letto ammalato da circa due mesi. La mattina del 6 luglio, appena saputo che mia madre aveva partorito, chiese se il neonato fosse un maschio o una femmina. Quando gli risposero che si trattava di un bambino, esclamò: ‘’Allora mi alzo’’, e si ritrovò improvvisamente guarito. Nella mia casa, come in tutte quelle tibetane, c’era un altare. Mio padre si inginocchiò davanti alle sacre immagini e promise che avrebbe fatto di me un monaco». Entrambi i genitori pensavano che pure il loro quintogenito fosse l’incarnazione di qualche importante Maestro, anche se non immaginavano certo che potesse essere quella del Dalai Lama.
«In quei giorni», spiega Tenzin Gyatso, «era morto un lama di rango elevato nel monastero di Kumbum e si stava cercando la sua nuova incarnazione. Visti gli strani avvenimenti che avevano preceduto e accompagnato la mia nascita, i miei genitori ritennero che potessi essere la reincarnazione di quel lama. Mai avrebbero pensato che potessi essere invece quella del Dalai Lama. Fino all’arrivo della delegazione di Lhasa a casa nostra non ebbero mai alcun sospetto. Quando infine capirono chi fossi, rimasero veramente scioccati».
Quello che avvenne dopo che i sedicenti mercanti entrarono nell’abitazione della coppia di contadini è stato confermato da numerose testimonianze, narrato in molti libri e perfino in due film di successo.20 Il Dalai Lama così lo ricorda: «I miei genitori accolsero i visitatori al cancello, invitarono Lobsang a entrare in casa, credendo che fosse il capo, mentre il lama e gli altri del seguito vennero ricevuti nell’alloggio della servitù. Lì trovarono anche il figlio di due anni, il quale appena scorse il lama gli corse incontro e volle salirgli sulle ginocchia. Il lama aveva indossato una veste foderata di pelle d’agnello, ma portava al collo un rosario che era appartenuto al XIII Dalai Lama.
Il bambino ebbe l’aria di riconoscere quel rosario, e lo chiese. Allora il lama promise che gliel’avrebbe dato se lo avesse riconosciuto.
Il bambino rispose: “Sei il Sera-aga“, che nel dialetto locale vuol dire ‘un lama di Sera’. Poi il lama gli chiese chi fosse l’uomo vestito come un servo che era con lui, e il bambino disse che era Lobsang; egli sapeva anche che il vero servitore si chiamava Amdo Kasang. Il lama passò tutta la giornata a studiare il bambino con sempre maggior interesse, finché venne l’ora di metterlo a letto. Il gruppo passò la notte nella casa e il mattino dopo, di buon’ora, essi stavano per partire quando il bambino si alzò e corse a chiedere insistentemente che lo portassero con loro. Quel bambino naturalmente ero io».
Il gruppo tornò al Kumbun dove Kewtsang Rinpoce, convinto che il piccolo Lhamo Dhondup potesse essere il nuovo Dalai Lama, dopo qualche giorno fece ritorno in pompa magna alla casa dei due contadini. A quel punto Choskyong Tsering e Sonam Tso, vedendo arrivare una delegazione composta da persone tanto importanti, compresero che il loro ultimo nato doveva essere per forza la reincarnazione di qualche grande lama.
Rivedi la presentazione!
Se hai perso il primo incontro con Piero Verni, Ghesce Ngawang Sonam e Fabrizio Pallotti, puoi rivederlo.
Il libro
Il sorriso e la saggezza – Dalai Lama biografia autorizzata, è un libro che affascinerà sia quanti vogliono approfondire la conoscenza della figura di Sua Santità, sia coloro che sono interessati, attraverso la narrazione biografica di questo importante esponente del pensiero contemporaneo, a incontrare anche la storia e la cultura del Tibet. Da segnalare, inoltre, l’intensa prefazione del Dalai Lama.
Questo libro nasce dal lavoro di quarant’anni di Piero Verni: interviste, colloqui con Sua Santità e una lunga ricerca sulla storia e la cultura del Tibet per rendere al meglio la persona dietro al titolo, la guida spirituale e l’icona del XXI secolo.