In anteprima, un’anticipazione da una delle introduzioni da Madhyamaka – Opere scelte di Nāgārjuna, primo volume della collana “I grandi classici dei maestri indiani”, curata da Fabrizio Pallotti e con i commenti di Sua Santità il XIV Dalai Lama. Il volume sarà disponibile a partire dal 25 novembre
Il termine madhyamaka, via di mezzo, ha tre significati: il primo è dal punto di vista dell’oggetto da realizzare: “la via di mezzo” che è libera dai due estremi dell’eternalismo e del nichilismo, cioè la vacuità. Il secondo è dal punto di vista del soggetto che realizza l’oggetto: la mente, o la saggezza speciale, che realizza direttamente la vacuità, ed è libera dai due estremi. Il terzo significato è riferito ai trattati che lo spiegano.
Il più importante dei maestri del lignaggio madhyamaka, alla pari di Nāgārjuna per qualità e realizzazioni, fu il suo discepolo principale Āryadeva, che fu autore di molti trattati di sūtra e tantra, il più noto dei quali è Quattrocento Stanze delle Attività Yogiche del bodhisattva (Skt. Catuhśataka; Tib. byang chub sems dpa’i rnal ’byor spyod pa bzhi bgya pa). Nella recente pubblicazione in tibetano del commentario di Candrakirtī a quest’opera, edito da Drepung Gomang, è presente una lista di ben 29 composizioni attribuite ad Āryadeva, molte delle quali dedicate ai due stadi del Tantra dello Yoga supremo. Il maestro Nāgabodhi (Tib. klu’i byang chub) impartì i lignaggi di Nāgārjuna al suo studente Saṃgharakṣita (Tib. dge ’dun srung ba). In seguito Buddhapālita, suo studente, compose il commentario omonimo al Fondamento della Saggezza (BuddhapālitaMūlamadhyamaka-Vrtti; Tib. dbu ma rtsa ba’i ’grel pa buddha pa li ta), perfettamente in accordo con il pensiero e l’intenzione di Nāgārjuna, come ci informa Je Tzong Khapa. In questo commentario, Buddhapālita espone il pensiero di Nāgārjuna solo sulla base di conseguenze (Prasaṅga), non utilizzando i sillogismi autonomi. Sia Nāgārjuna che Buddhapālita sono certamente i maestri della scuola Madhyamaka Prāsaṅgika (Tib. dbu ma thal ’gyur ba), ma poiché fu Candrakirtī il primo a delineare le differenze fra Svātantrika e Prāsaṅgika Madhyamaka, si dice che il pioniere Prāsaṅgika sia Candrakirtī.
Anche il maestro Bhavia o Bhāvaviveka, come annotato da Tāranātha nella sua Storia, compose, dopo Buddhapālita, il Commentario al Fondamento della Saggezza (Prajnā-pradīpa-mūlaMadhyamaka-vritti). Bhavia critica aspramente Buddhapālita per l’uso delle conseguenze nel commentare la visione mādhyamika di Nāgārjuna e sostiene invece la necessità dell’utilizzo di sillogismi autonomi nel proporre questa visione. Per questo motivo, Bhāvaviveka è il pioniere della seconda scuola Madhyamaka, la Sautrāntika-Svātantrika Madhyamaka. In un altro dei suoi lavori, L’essenza di Madhyamaka, sulle scuole filosofiche pre-buddhiste e buddhiste (Madhyamakahrdaya; Tib. dbu ma’i snying po) con il suo auto-commentario Tarkajvāla (Tib. rtog ge ’bar ba), La fiammata del Ragionamento, il maestro Bhāvaviveka controbatte e rifiuta estesamente le posizioni di buddhisti e non buddhisti che a quel tempo rifiutavano il Mahāyāna come vero insegnamento di Buddha. Nello stesso testo procede anche a controbattere e confutare la visione Yogācāra (Solo Mente), fondata dal maestro Ārya Asaṅga, suo contemporaneo. Per questo motivo, Bhāvaviveka, confutando anche la visione solo mente come non applicabile alle spiegazioni dell’intenzione di Nāgārjuna, demarca chiaramente per primo le differenze di queste due visioni filosofiche.
Nella trasmissione orale degli insegnamenti spesso si parla di questa tensione fra le spiegazioni di Buddhapālita e Bhāvaviveka. Si narra che il maestro Bhāvaviveka appartenesse alla casta nobile, mentre Buddhapālita era di origini molto umili. Così Buddhapālita non poté rispondere pubblicamente alle accuse filosofiche mosse dal suo avversario, che fra le altre cose era un maestro molto conosciuto con moltissimi seguaci. È interessante notare che, a differenza della tradizione orale che ho appena citato, Tāranātha afferma che Bhāvaviveka studiò il commentario di Buddhapālita dopo la sua dipartita.
Alcuni maestri tibetani contemporanei sostengono che poiché Buddhapālita non poté rispondere a causa delle regole socio-accademiche di quel tempo, lasciò il corpo e rinacque come Candrakirtī, in una famiglia reale, per poter finalmente controbattere pubblicamente le asserzioni di Bhāvaviveka e chiarire in modo inequivocabile il pensiero di Nāgārjuna. Nelle Chiare Parole: Commentario al Fondamento di Madhyamaka (tib. dbu ma rtsa ba’i ’grel pa tshig gsal; Skt. Prasannapadā), Candrakirtī commenta minuziosamente le parole del Fondamento di Madhyamaka e procede a smantellare completamente le tesi sostenute da Bhāvaviveka nel confutare Buddhapālita. Quindi è il primo commentatore a delineare le differenze fra sillogismi autonomi e conseguenze nel loro uso specifico della visione Madhyamaka, e perciò è il pioniere della visione Madhyamaka Prāsaṅgika. In seguito Śāntarakṣita diede l’avvio all’altro ramo filosofico della Svātantrika Madhyamaka, sulla base dei trattati della scuola filosofica Solo Mente, presentando nei suoi estesi trattati di logica un sistema filosofico che asserisce che i fenomeni esterni convenzionalmente non esistono. Come ho detto in precedenza, questo era un periodo di grande splendore di ricerca scientifica, epistemologica e filosofica, con lo stabilirsi del Mahāyāna e del Tantra nei centri accademici e monastici più importanti di quel tempo. Śāntarakṣita è il pioniere della corrente YogācāraSvātantrika-Madhyamaka. Per concludere, possiamo quindi distinguere due correnti filosofiche Madhyamaka: Svātantrika e Prāsaṅgika. La prima di queste ha due divisioni: Yogācāra e Sautrāntika.