Pare che ci siano due modi di pensare come o perché nasciamo: se seguiamo una religione teistica, crediamo che un Dio ci abbia creato; se siamo materialisti, crediamo che i nostri genitori ci abbiano creato.
Bene, il Buddha ha una visione diversa: in effetti dice che noi stessi ci siamo creati. Naturalmente, non lo dice proprio con queste parole ma è molto incisivo dirlo così.
Che sorpresa! Ma come può essere?
Ovviamente, “creare” qui non significa che abbiamo sventolato una bacchetta magica e puff, eccoci qua. Per il Buddha è una questione evolutiva. Egli dice che la nostra mente, la nostra coscienza, l’essenza di ciò che siamo non è fisica (non utilizza la parola “anima” o “spirito”!), non proviene da un creatore e non è prodotto dai nostri genitori. Invece, si tratta di una continuità senza inizio di istanze mentali che risale indietro nel tempo, a prima della nostra nascita, e che continua dopo la nostra morte.
E, molto importante, ogni microsecondo di quello che pensiamo, sentiamo e diciamo lascia impronte o tendenze in questa coscienza che necessariamente matureranno nel futuro come nostre esperienze. Inoltre, tutto ciò di cui facciamo ora esperienza è necessariamente il frutto di ciò che abbiamo seminato nel passato.
Ed è proprio questo il significato della legge “del karma”.
Non è punizione o ricompensa, perché lassù non c’è nessuno che regga le fila. Noi siamo al comando, in altre parole: noi ci determiniamo nel passato per quello che è la nostra presente realtà. Tutta la felicità e tutta la sofferenza.
Questa vita è come il nostro giardino: tutti i fiori e tutte le erbacce davanti a noi sono i frutti dei semi che abbiamo piantato in passato. Ogni karma negativo necessariamente matura come sofferenza e ogni karma positivo necessariamente matura come felicità. Ancora, ricordate: non è punizione, non è ricompensa, perché implicherebbero qualcuno che giudica. Non c’è alcun concetto del genere nel Buddhismo.
Il karma “matura” in quattro modi: il reame di esistenza in cui nasciamo (umani, animali, etc.), le nostre tendenze, le nostre esperienze in relazione agli altri e perfino il nostro ambiente.
Non è un concetto complicato, è solo perché crediamo totalmente di essere il prodotto di qualcuno o che siamo venuti al mondo programmati con le tendenze dei nostri genitori – “non ho chiesto a nessuno di venire al mondo” oppure “non è il mio errore” – tutto ciò richiede del tempo per essere compreso.
Articolo scritto da Robina Courtin pubblicato su: https://www.robinacourtin.com/home/ con il titolo “We are the creators of our own reality“
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