Vacuità: guardare le cose da un altro punto di vista

Vacuità: guardare le cose da un altro punto di vista

Parliamo di vacuità. Ma come farlo in modo semplice? Ci sembra sempre così complicato! Qualcuno ha chiesto a Sua Santità: “Come si applica la vacuità nella vita quotidiana?”. E lui ha risposto: “È facile: basta osservare le cose da un altro punto di vista”. Sembra un spiegazione fin troppo facile, ma è estremamente profonda. E ci permette di capire.

Fate caso a come siamo quando le nostre illusioni e afflizioni dilagano nella nostra mente. La principale è l’attaccamento: l’attaccamento è come un drogato che governa ogni aspetto della nostra vita, che pretende solo le esperienze piacevoli. E notate che cosa succede nel momento in cui non ottiene ciò che vuole: siete con il/la vostro/a partner che vuole fare questo ma voi volete fare quello e andate nel panico perché l’attaccamento non ottiene ciò che vuole.

L’attaccamento, ovviamente, è guidato dalla radice dell’illusione, dall’ignoranza, da marigpa, dall’inconsapevolezza, da egoismo ed egocentrismo, da questo drogato incontenibile che pervade tutto, un autentico fondamentalista: tutto è scolpito nella pietra, o è bianco o è nero: io ho ragione e tu hai torto. Questo è giusto e quello è sbagliato.

Con una mente molto aperta, che è quello che stiamo cercando di raggiungere, avremo abbastanza coraggio per fermarci e controllare la mente, sapere che noi vogliamo una certa cosa e che qualcun altro ne vuole un’altra. E poi sapremo ribaltare la situazione e la vedremo letteralmente da un altro punto di vista: il punto di vista dell’altra persona! Immediatamente, l’intera dinamica cambia, immediatamente, ci appare in modo diverso. È davvero ovvio!

Certo, è estremamente difficile! Ma possiamo capirne la logica.

Se stiamo guardando una tazza con il manico a destra e poi la giriamo con il manico a sinistra, la osserviamo da un altro punto di vista: sembra diversa. Ebbene, tutto può essere così.

In altre parole, si tratta di imparare ad avere una mente aperta invece di una mente chiusa e bloccata dai propri punti di vista, dalle proprie idee, dai propri pregiudizi.

La mente chiusa pensa: “Hai sbagliato, hai detto questo!”. Andiamo nel panico e nasce l’avversione. “Come osi dire così!” E la persona con cui stiamo discutendo replicherà: “Oh, non l’ho mai detto”. E noi: “E invece sì, l’hai detto!”.

Ma se invece ci fermiamo per un secondo e pensiamo: “Ok, forse non l’ha detto” e cerchiamo di vedere la situazione dal suo punto di vista, tutto cambia.

Ordiniamo un caffè caldo e ci arriva tiepido. Ecco: vediamola come una cosa buona, vediamola in modo diverso: “Detesto il caffè quando è bollente!”.

Perché fare questo esercizio applica la vacuità? Perché stiamo utilizzando il punto di vista dell’origine dipendente: le cose esistono in dipendenza da molti fattori, in particolare dalla mente, dal modo in cui vediamo le cose. Questo dimostra la vacuità: nulla ha una natura fissa, nulla è scolpito nella pietra.

Queste parole sono estremamente profonde, ma noi le prendiamo come un banalissimo luogo comune: “Oh, niente è fisso”. Questo è la vacuità! Ma dobbiamo avere la mente e la voglia di farlo, capite?

È proprio per questo che parlo sempre dei miei amici in prigione. Per esempio, di Sunny, la cito sempre: è stata accusata di omicidio, era innocente, ha trascorso diciassette anni in prigione, molti dei quali nel braccio della morte, suo marito è stato giustiziato – il suo cervello è andato in fiamme! – ha perso i suoi figli, i suoi genitori sono morti: non potete immaginare l’incubo dopo l’incubo. E ha detto: “Alla fine, a un certo punto, ho capito che non potevo cambiare nulla, ma che non potevano togliermi la mente”. Ha detto: “Ho capito che potevo scegliere di pensare in modo diverso”. Questo è esattamente mettere in pratica il sorgere dipendente. Così Sunny ha sviluppato una pratica per se stessa, ha imparato lo yoga e lentamente ha trasformato la sua mente dalla disperazione e dalla rabbia alla calma e alla soddisfazione. Non finisco mai di stupirmi di lei! Ha dimostrato la sua innocenza e alla fine è uscita dal carcere.

E perché dovremmo pensarla così? Perché indovinate un po’? Perché va tutto a nostro vantaggio! Non è moralismo, è pratica: se volete essere felice, pensate in modo diverso. “Non credete alle apparenze karmiche”, diceva sempre Lama Zopa. Naturalmente è difficile – è incredibilmente difficile – e lo è ogni secondo che cerchiamo di farlo.

Eppure è così semplice da sembrare uno scherzo, non è così? Si tratta di applicare il sorgere dipendente per dimostrare la vacuità – e il livello finale della vacuità è che nulla è scolpito nella pietra, nulla ha una natura intrinseca come questo o quello. Fare questo esercizio può trasformare la nostra vita, non ci sono dubbi.

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Senza la devozione al guru, nulla avviene – né realizzazioni, né la liberazione, né l’illuminazione – proprio come senza le radici dell’albero non ci possono essere tronco, rami, foglie o frutti. Tutto, perfino l’illuminazione, dipende dalla devozione al guru.

 

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