Studiare, riflettere, meditare

Le basi della pratica buddhista: studiare, riflettere, meditare

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Le basi della pratica buddhista: studiare, riflettere, meditare

Siamo lieti di anticiparvi alcuni passaggi tratti dalla prefazione del volume di prossima pubblicazione Le basi della pratica buddhista – Studiare, riflettere, meditare. Il secondo della collana di Sua Santità il XIV Dalai Lama Saggezza e compassione (il primo è I primi passi sul sentiero buddhista).

Avete tra le mani il secondo volume della collana Saggezza e Compassione, la serie voluta da Sua Santità il XIV Dalai Lama per insegnarci in che modo praticare correttamente il sentiero per il pieno risveglio. Il primo libro, I primi passi sul sentiero buddhista (Nalanda Edizioni, 2021), è dedicato principalmente a un’introduzione generale. Illustra il contesto in cui si inserisce la pratica buddhista e a un avvicinamento agli insegnamenti del Buddha, per “bagnarci i piedi” senza ancora tuffarci. Questo volume, che può essere letto anche indipendentemente dal precedente, fa un ulteriore passo avanti e descrive le istruzioni fondamentali della pratica buddhista. In più, presenta altri argomenti importanti che ci aiuteranno a rimanere concentrati su quanto è essenziale per stabilire una solida pratica del Dharma. (…)

Le basi della pratica buddhista: studiare, riflettere, meditare

Come illustrato più dettagliatamente nel primo volume, questa collana è stata pensata per rispondere alla necessità di presentare gli insegnamenti buddhisti tradizionali con un approccio fruibile anche da chi non è cresciuto in contesti o Paesi buddhisti. Si tratta di un pubblico, me compresa, che generalmente si avvicina al Dharma in modo razionale. Cerchiamo spiegazioni logiche ed esaminiamo ciò che impariamo per capire se ha senso ed è coerente anche per noi.

Mettiamo alla prova gli insegnamenti per vedere se sono efficaci prima di avere fede o definirci buddhisti. (…)

Questo volume inizia con i quattro sigilli — le premesse fondamentali accettate da tutte le scuole buddhiste — e le due verità, la base del sentiero. Veniamo introdotti alle idee chiave del Buddhismo, come l’origine dipendente e la vacuità secondo la visione della scuola filosofica Prāsaṅgika Madhyamaka. Cominciamo a capire che le cose — specialmente il nostro io — non esistono così come ci appaiono. C’è una realtà ultima da scoprire che non nega l’esistenza del mondo ma ci propone un modo nuovo e liberatorio d’intenderlo.

Il secondo capitolo si concentra sull’epistemologia, ovvero sul modo in cui conosciamo i fenomeni che compongono le due verità.

Come discriminiamo i cognitori affidabili — le coscienze che accertano accuratamente i loro oggetti — dalle coscienze sbagliate, che percepiscono in modo erroneo gli oggetti sensoriali o ci fanno formulare opinioni scorrette? Questo argomento invita la nostra esplorazione spirituale a fare un buon uso della logica e del ragionamento ed è cruciale per raggiungere i nostri obiettivi temporanei e ultimi. Comprese le caratteristiche dei cognitori validi ed errati, passiamo alla disamina dei loro oggetti nel terzo capitolo: gli oggetti esterni, che costituiscono l’ambiente che ci circonda, e quelli interiori che sono la base del sé, del nostro corpo e della nostra mente.

Troveremo anche un’ampia classificazione dei fenomeni, utile da tenere a mente quando esploreremo gli altri soggetti sul sentiero. Il quarto e quinto capitolo trattano un argomento per molti e molte un po’ problematico. Come scegliere una guida spirituale qualificata e instaurare una relazione sana con quella persona. Praticare sotto la guida di eccellenti maestri spirituali è essenziale; senza di loro rischiamo di vagare nel “supermercato spirituale”, prendendo un po’ di questo e un po’ di quello per farne ciò che più ci piace.

Peggio ancora, un insegnante non qualificato può condurci su una strada sbagliata. Questi capitoli descrivono dunque i diversi tipi di maestri spirituali, le loro qualità imprescindibili e il modo corretto di relazionarsi con loro per poter trarre beneficio dalla nostra pratica. Ma perché ciò si verifichi, dobbiamo a nostra volta essere studenti ricettivi e, quando sorgono delle difficoltà nel rapporto maestro-discepolo, dobbiamo affrontarle con mezzi abili. Sua Santità è molto pragmatico a questo proposito.

Prima d’intraprendere effettivamente il sentiero, dobbiamo conoscere i vari tipi di meditazione e come strutturare le nostre sessioni. Questi argomenti sono esposti nel sesto capitolo: dalle pratiche preliminari, come la corretta postura, fino ai metodi per calmare la mente attraverso l’osservazione del respiro o la recitazione di strofe che la dirigono verso pensieri positivi.

Fare queste pratiche immaginando di essere alla presenza dei buddha e dei bodhisattva le rende particolarmente coinvolgenti, profonde ed efficaci.

Nel settimo capitolo Sua Santità spiega la mente, il corpo e la rinascita in modo più approfondito, integrando la prospettiva scientifica contemporanea con la visione buddhista tradizionale: il corpo e la mente hanno nature diverse e cause diverse. Introduce una meditazione che ci aiuta a familiarizzarci con la natura chiara e consapevole della nostra mente. L’ottavo capitolo descrive il sentiero del praticante del livello iniziale. Prima si medita sulla preziosità e rarità della nostra vita umana, il suo significato e le opportunità che ci offre. Si tratta di un meraviglioso antidoto alla depressione e alla scarsa autostima, perché sottolinea la fortuna e l’incredibile potenziale che già abbiamo, proprio in questo momento.

Il nono capitolo ci invita a investigare su ciò che ci distrae dalla pratica. La nostra dipendenza dal piacere derivante dalle persone e dagli oggetti sensoriali e la nostra avversione per qualsiasi dolore o delusione. Cerchiamo solo la felicità di questa vita, vorremmo che le altre persone e l’ambiente fossero come li desideriamo. Eppure ignoriamo la necessità di creare le cause per esistenze future fortunate, per la liberazione e per il pieno risveglio. La meditazione sulla morte ci aiuta a liberarci della nostra mentalità da “criceto nella ruota” e a stabilire delle priorità. Questo capitolo include inoltre consigli su come prepararsi alla morte e aiutare chi sta per affrontarla. Avendo compreso il valore della nostra vita e determinati a usarla per progredire sul sentiero del risveglio, vorremo imparare a creare le cause della felicità e abbandonare quelle della sofferenza.

Questo punto è trattato negli ultimi tre capitoli, dedicati al karma e ai suoi effetti, grazie alla spiegazione completa di come le nostre azioni determinino le nostre esperienze.

Impareremo a distinguere le azioni virtuose da quelle non virtuose, scoprendo così di avere il potere di creare il tipo di futuro che vogliamo. Una sezione sulle questioni etiche di attualità è il punto di partenza per riflettere su come vivere una vita retta in una società in costante trasformazione. I quattro poteri opponenti ci indicheranno un modo psicologicamente sano per rimediare ai nostri errori e ricominciare da capo. Esploreremo infine le implicazioni più profonde della causalità.

Con questa conoscenza potremo iniziare a vivere in un modo sano, salutare e significativo e al tempo stesso realizzare i nostri obiettivi spirituali.

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Meditazione sulla vacuità

Jeffrey Hopkins
Traduttore e curatore: Leonardo Cirulli
Edizione: brossura, 1100 pagine, illustrato (bianco e nero)
ISBN: 978-88-942873-0-1

In questo importante lavoro, Jeffrey Hopkins, uno dei più eminenti studiosi del Buddhismo tibetano, offre una chiara esposizione della visione di Prasangika-Madhyamaka della vacuità presentata nella tradizione Gelug del Buddhismo tibetano.

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