Prendere rifugio nei Tre Gioielli

Insegnamento di Lama Yeshe: prendere rifugio nei tre gioielli

Prendere rifugio nei Tre Gioielli

Insegnamento di Lama Yeshe: prendere rifugio nei tre gioielli

Questa mattina voglio parlare del prendere rifugio nei Tre Gioielli: Buddha, Dharma e Sangha. Questo è il modo in cui si accede al sentiero dell’illuminazione. Si tratta quindi di un argomento importante.

Per prendere rifugio nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha dobbiamo aver coltivato un certo grado di comprensione della saggezza. Perché? Perché dobbiamo avere chiare le nostre motivazioni, se vogliamo farlo realmente. Lo scopo di prendere rifugio è quello di produrre più felicità e pace e affinché ciò accada, dobbiamo comprendere la nostra realtà. Se lo facciamo, possiamo capire l’utilità del rifugio, diversamente può essere la causa di infelicità e insoddisfazione. Al momento prendiamo rifugio negli oggetti che ci procurano un piacere sensoriale, è già un rifugio ma il nostro atteggiamento è sbagliato.

Per prendere rifugio nei Tre Gioielli, dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento, passando dalla ricerca del piacere materiale alla fiducia nella saggezza del Dharma. Normalmente investiamo tutto il nostro interesse e la nostra energia in idee errate, in situazioni miserabili e reazioni confuse che scambiamo per “piacere” e non abbiamo né forza né fiducia in ciò che è non riusciamo a vedere: la realtà del Dharma.

Ricordate cosa disse Nagarjuna?

È meglio non avere prurito che provare piacere di grattarsi*. Se abbiamo una irritazione della pelle e consideriamo piacere il sollievo che proviamo grattandoci, ecco questa è una concezione errata. Questo è un esempio perfetto di come scambiamo i piaceri sensoriali per vera felicità o, allo stesso modo, di come crediamo che il sollievo dal dolore sia felicità. Si tratta di concezioni sbagliate: concepiamo la sofferenza come piacere e felicità. Un’altra delle nostre concezioni errate è considerare permanenti i fenomeni impermanenti.**

Per prendere correttamente rifugio nella saggezza, dobbiamo essere intellettualmente onesti e convinti che certe nostre idee siano concezioni sbagliate.

Ci teniamo occupati ventiquattro ore al giorno pensando solo a questa vita: cosa fare, come farlo, come ottenere piacere? Questo eccesso di preoccupazione per il solo benessere di questa vita è come un fuoco che brucia tutta la fiducia che abbiamo nella nostra saggezza interiore, la nostra ispirazione a prendere rifugio.

Ecco perché è essenziale mantenere sempre la consapevolezza degli otto dharma mondani. Questo è fondamentale se decidiamo di prendere rifugio nei Tre Gioielli.

Nagarjuna spiegò che gli otto dharma mondani sono quattro coppie di opposti: il desiderio di possedere beni materiali e l’avversione per la loro mancanza; il desiderio di felicità e benessere e l’avversione per l’infelicità e il disagio; il desiderio di una buona reputazione e l’avversione per quella cattiva; il desiderio di lodi e l’avversione per le critiche.***

Facciamo degli esempi: essere felici quando si riceve un regalo e infelici se non lo si riceve; essere felice se le persone parlano bene di voi e infelice quando non lo fanno. Se non siamo consapevoli, rischiamo di vivere sotto l’influenza degli otto dharma mondani, ma non funziona. Se qualcuno vi critica o infanga la vostra reputazione, vi arrabbiate molto e vorreste fargli del male e ciò dimostra quanto incredibilmente siete attaccati al piacere di una buona reputazione. Siamo talmente attaccati al fatto che le persone pensino bene di noi che se qualcuno ci dice qualcosa di sgradevole andiamo fuori di testa. Tutto questo deriva da una mancanza di saggezza, dal non aver compreso i trip che si fa il vostro ego e come questo vi porti ad afferrare con tutta la forza che avete al piacere dei sensi. È proprio come diceva Nagarjuna quando parlava di grattare un prurito!

Se comprendiamo la nostra falsa visione, possiamo iniziare a controllare la nostra mente.

Questo può portare alla concentrazione e all’intuizione penetrante. La natura peculiare dei dharma mondani è la distrazione. Siamo sempre distratti; per questo è molto importante liberarci dalla nostra tremenda attrazione per i piaceri transitori.

Naturalmente, la reputazione in sé non è un problema. In realtà, la reputazione deriva da altre persone, da esseri senzienti madre. Una buona reputazione, ad esempio, dipende dal fatto che gli altri parlano bene di voi; deriva da loro. Parlano, parlano, parlano e forse voi ottieni una buona reputazione. Tuttavia, il problema è che poi il vostro ego pieno di preconcetti la accettate, vi ci attaccate e ve ne fate ossessionare. Questo è il problema. Il piacere di avere una buona reputazione mondana vi manipola e vi blocca in una trappola soffocante. È un trip; è decisamente un trip. Vi sentite fantastici. Vedete solo gli aspetti positivi. Ed è questo che vi fa cadere nella trappola.

Pertanto, è importante riconoscere la visione ridicola e fanatica di una mente che va su e giù.

La nostra mente piccola e ristretta si lascia conquistare da questi piccoli piaceri, pensando che queste esperienze, insignificanti e transitorie, siano invece grandiose. Evitare, abbandonare e distruggere questa mente fanatica è la via per la libertà; la libertà dall’essere manipolati ancora e ancora dalla nostra mente negativa che ci costringe a reagire alle situazioni in questo modo, in quell’altro, in questo e in quell’altro ancora. Non abbiamo libertà, non abbiamo scelta; dobbiamo solo accettare. Anche se il nostro ego smisurato pensa, con orgoglio, “sono libero”, non lo siamo realmente. Lo pensiamo, ma la nostra esperienza ci dimostra il contrario. A volte non sappiamo neppure che cosa stiamo facendo. Non abbiamo nessuna motivazione, nessun piano, agiamo e basta. Questa è la nostra attuale condizione.

Quindi, per intraprendere il sentiero spirituale verso l’illuminazione, è importante innanzitutto liberare la nostra mente da queste otto preoccupazioni mondane da cui dipende la nostra mancanza di libertà.

Lama Yeshe ha tenuto questo insegnamento in Olanda nell’ottobre del 1980.

Note

* Se ti gratti un prurito, ti senti bene, ma è ancora più bello non avere alcun prurito. Allo stesso modo, si è felici quando si ottengono i desideri del mondo, ma la felicità è maggiore quando non si hanno desideri. (La preziosa ghirlanda, Nagarjuna, verso 168).

** Lama Tsongkhapa ha descritto le nostre quattro idee sbagliate fondamentali come credere che (1) l’impuro sia puro; (2) la sofferenza sia felicità; (3) l’impermanente sia permanente; e (4) ciò che è privo di esistenza intrinseca abbia un sé.

*** Vedi Come praticare il Dharma, Lama Zopa Rinpoche

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