Lavorare in un Centro di Dharma

Lavorare in un Centro di Dharma

Ecco i consigli di Lama Zopa Rinpoche per evitare il burnout e mantenere una mente felice. Questi insegnamenti sono stati dati durante il Seminario sul Servizio alla Fondazione a Pomaia il 31 ottobre 2017. Trascritto e modificato da Claire Isitt, novembre 2017. Secondo editing di Sandra Smith, aprile 2024. La foto è di Piero Sirianni

Quando la mente diventa più pura, quando pensiamo di più agli altri che a noi stessi, allora lo stress sparisce e sopportare le difficoltà diventa piacevole. Sopportare li nostri problemi è faticoso, è una sofferenza, ma farlo per gli altri, per liberarli dalla sofferenza, portarli alla felicità e all’illuminazione ci dà un vero piacere, indipendentemente da quanto sia impegnativo. La grande differenza sta tutta qui: nel modo in cui trasformiamo la nostra mente.

Quindi, anche se il lavoro è impegnativo, coltivando la bodhicitta avremo una mente felice, una mente che ci dà gioia. Al contrario, una mente egocentrica è una mente che soffre. Dobbiamo rendercene conto.

Pensate a Milarepa e a sua madre: dopo la morte del padre, gli zii li trattarono male e li spogliarono di tutti i loro beni, così la madre di Milarepa consigliò al figlio di imparare la magia nera per poi ucciderli. Milarepa allora andò in montagna e scavò una buca, ove rimase per sette giorni, preparandosi a compiere la magia nera: tutti i massi della montagna precipitarono a valle e distrussero la casa dei parenti. Sia gli animali che si trovavano al piano inferiore sia le trenta persone a quello superiore, a ballare e a festeggiare un matrimonio, persero la vita perché l’edificio crollò completamente.

Milarepa però era molto triste, così il Lama che gli aveva insegnato la magia nera gli disse che se voleva praticare il Dharma doveva andare da Marpa. E così fece. Gli chiese di dargli insegnamenti e di ospitarlo e, in cambio, gli offrì il suo corpo, la sua parola, pregandolo di essere il suo guru. Per anni, tuttavia, Marpa non gli diede alcun insegnamento. Si limitò a rimproverarlo e a picchiarlo.

Anche quando, un giorno, Milarepa si unì ad altri studenti per ricevere insegnamenti Marpa vedendolo lo cacciò via. Non gli diede mai insegnamenti ma gli ordinò di costruire una torre e, una volta ultimata, di demolirla e di rimettere ciascuna pietra esattamente dove l’aveva presa. Poi di costruirla di nuovo e di nuovo di demolirla. Glielo fece fare per tre volte. A furia di trasportare pietre la pelle di Milarepa divenne estremamente spessa.

Marpa voleva che Milarepa sopportasse grandi difficoltà, in modo da diventare illuminato più rapidamente possibile, ma non voleva ancora dargli insegnamenti. Fu grazie alla saggezza della madre di Marpa che, alla fine, gli concesse insegnamenti e iniziazioni. Naturalmente, Marpa era un essere illuminato, quindi manifestò il mandala e concesse l’iniziazione a Milarepa.

In seguito, Marpa gli indicò i luoghi sacri dove sarebbe dovuto andare a meditare, come Lapchi, il Monte Kailash e Tsari (i tre luoghi sacri di Heruka). Milarepa ubbedì, affrontando qualsiasi difficoltà per meditare sul sentiero. Alla fine realizzò l’intero sentiero e raggiunse l’illuminazione in quella breve vita in tempi degenerati.

Se Marpa avesse agito diversamente, se non avesse trattato Milarepa in quel modo, forse tutto il karma negativo che aveva accumulato e che doveva essere purificato rapidamente non gli avrebbe permesso di diventare illuminato in quella stessa vita. Marpa era un guru perfetto, un buddha, e Milarepa un discepolo perfetto che non ha mai provato eresia o rabbia, nemmeno per un giorno, nemmeno per un’ora verso il suo maestro. Era un discepolo perfetto che seguiva perfettamente i consigli del guru e per questo divenne illuminato molto rapidamente in quella vita.

Noi che lavoriamo sodo nei Centri, dovremmo conoscere e relazionarci con la storia di Milarepa o di Naropa, grandissimi praticanti. Dobbiamo ricordarli e tenere a mente il loro esempio. Che cosa ha permesso loro di raggiungere l’illuminazione così velocemente? Che cosa di preciso? Entrambi hanno messo in pratica esattamente i consigli dei loro guru, senza che sorgessero eresie o rabbia. Hanno seguito le istruzioni alla perfezione e, di conseguenza, hanno ricevuto le realizzazioni e sono diventati illuminati in una breve vita di questo tempo degenerato. Allo stesso modo, per quanto sia difficile lavorare per un Centro, dobbiamo avere sempre presente il loro esempio e comprenderne gli incredibili benefici, vasti come il cielo senza limiti. Allora il nostro lavoro diventerà il più piacevole della nostra vita, la cosa più bella da fare in vita nostra.

Questo per quanto riguarda noi stessi. Ma ora pensiamo agli innumerevoli esseri senzienti: dobbiamo aiutare gli innumerevoli esseri infernali, gli spiriti famelici e così via. Il Centro esiste anche per loro, per beneficiarli, per liberarli dagli oceani della sofferenza samsarica e condurli all’illuminazione. I Centri servono a questo.

Le persone frequentano i Centri per ricevere gli insegnamenti Mahayana in particolare, non quelli buddhisti in generale. Il Buddhismo si distingue dalle altre religioni per la compassione universale, estesa non solo a coloro che adorano il Buddha ma a ogni singolo essere senziente, che gli piaccia o meno il Buddha. Compassione per tutti – ogni formica, ogni zanzara, ogni pesce, ogni singolo essere senziente – e desiderio che siano liberi dalla sofferenza e dalle sue cause. La grande compassione è quando ci assumiamo la responsabilità di farlo noi, in prima persona.

Nessun’altra religione enfatizza la compassione quanto il Buddhismo. Il Cristianesimo, ad esempio, ne parla un po’, ma riferendosi solo ai poveri. Non parla di compassione per i ricchi, per i miliardari, per i milionari ma solo per i poveri! Quindi è una compassione molto limitata. Non parla di compassione per tutti gli animali che, sostengono, sono stati creati da Dio per essere mangiati dagli esseri umani.

Il Buddhismo in generale, ma soprattutto gli insegnamenti Mahayana ci insegnano a non far del male a nessuno. Quando prendiamo rifugio, ci impegniamo a non nuocere altri esseri senzienti. Lo scopo del Buddhismo Mahayana, che Buddha insegnò in India, si diffuse in Tibet e ora è presente in tutto il mondo, è quello di beneficiare gli altri esseri senzienti, di beneficiare ogni singolo essere senziente che desidera la felicità e non vuole la sofferenza.

Quando le persone vengono a studiare il Dharma nei Centri, ascoltano, meditano, riflettono e praticano con bodhicitta. Imparano a capire che cos’è la bodhicitta, ad assumersi la responsabilità di liberare tutti gli esseri dalla sofferenza e dalle sue cause fino all’illuminazione, di condurli alla felicità. Per farlo perfettamente, noi per primi dobbiamo raggiungere lo stato di onniscienza.

Chi frequenta i Centri per studiare il Dharma, per praticare con bodhicitta, per meditare e così via, qualsiasi attività si svolga, imparano a farlo con bodhicitta, quindi sono di beneficio per tutti gli esseri senzienti, non solo con la meditazione ma anche nelle loro attività ordinarie. Pertanto, i Centri sono di beneficio ogni singolo essere senziente.

La FPMT beneficia ogni singolo essere senziente, ogni singola formica, zanzara, mosca, ogni singolo essere che desidera la felicità e non vuole la sofferenza. La FPMT e i suoi Centri sono di beneficio per ogni singolo essere. E questa è la cosa più felice, più piacevole, più entusiasmante da fare nella nostra vita. La cosa più bella da fare nella nostra vita.

COME PREVENIRE IL BURNOUT 

Non siamo tutti uguali, ognuno è fatto a suo modo e ciò dipende da quanto è profonda la sua comprensione del Dharma. Anche lo stress dipende da questo. In genere, il burnout colpisce in particolare chi ha una comprensione limitata: accettano gli insegnamenti, il che è positivo, ma li hanno interiorizzati meno, più superficialmente e quindi si sentono più facilmente stressati, esauriti. Chi ha invece una comprensione profonda non si esaurisce o si esaurisce meno.

È necessario un po’ di abilità, in base al proprio stato mentale. Se vi state esaurendo o siete troppo stanchi, allora fate quanto basta. Per non esaurirvi del tutto, fate ciò che potete in base al livello della vostra mente. Oppure, potete [lavorare per il Centro] solo in determinati periodi, in modo da non esaurirvi completamente. Se siete esauriti non potete fare nulla. Alcuni possono affrontare le difficoltà con grande capacità di sopportazione perché comprendono [il Dharma] e lo sentono più profondamente.

È bene riflettere su questo punto e confrontarsi [con gli altri studenti]. Confrontarsi con gli altri è sempre utile se ci sono cose che non si conoscono e più cose si conoscono, più si può gestire la propria mente, in modo da non lasciarsi andare completamente o arrendersi. 

Anche la mente è come il medico e il paziente, quindi trattiamola come un paziente; o come il guru e il discepolo, o come il genitore e il figlio. Trattiamo la mente in questo modo. È sempre bene consultarsi. Alcune persone hanno idee diverse su come fare le cose e questo può essere utile, vale la pena conoscere diversi punti di vista. A volte fare le cose in modo diverso riduce lo stress, quindi chiedete agli altri e discutetene tra voi.

RALLEGRARSI CORRETTAMENTE

Rallegrarci della nostra pratica è molto, molto importante, importantissimo. Quando lavoriamo per un’azienda, non siamo particolarmente di beneficio per gli esseri senzienti, lo facciamo per il potere e la ricchezza del suo proprietario. Ma noi siamo un’organizzazione religiosa buddhista, un’organizzazione Mahayana, quindi la FPMT sta beneficiando ogni singolo essere senziente, ogni singola piccola mosca: quando camminiamo su un prato o guidiamo [l’auto] ne vediamo tante. Siamo qui per beneficiare ogni singolo essere senziente, quindi rallegriamoci, gioiamo in modo corretto.

Esiste poi una compassione sbagliata: se, per esempio, una persona vive in una grotta non possiede nulla, i turisti occidentali pensano: “Oh cielo, questo poveretto non ha nulla, starà soffrendo”. I turisti non capiscono che quel meditatore sperimenta una soddisfazione totale, persino realizzazioni, avendo rinunciato all’attaccamento. I turisti non lo sanno, quindi pensano: “Oh, poverino”. Questa è una compassione sbagliata.

Come per la compassione, ci sono anche una pazienza e una gioia sbagliate. Se confrontiamo il lavoro in una azienda – anche se guadagnamo un milione, un miliardo di dollari al giorno – con quello nella FPMT, lavorando nella FPMT, per il Buddhismo Mahayana, stiamo aiutando ogni singolo essere senziente, quindi è molto diverso. Questo è il giusto motivo di gioia! È incredibile. Le aziende, anche se ci pagano cento milioni di dollari al giorno, non hanno alcun valore.

Anche avere un milione di dollari non ha un grande valore: siamo già nati innumerevoli volte come sovrani dell’universo, Indra, Brahma; abbiamo posseduto ricchezze immaginabili – quindi un milione di dollari è poca cosa – eppure, nonostante abbiamo vauto infinite ricchezze infinite volte, questo non ci ha mai liberato dal samsara. Con il Buddhadharma, invece, il Buddha ha insegnato le quattro nobili verità e gli insegnamenti Mahayana, quindi non solo possiamo liberare noi stessi dalla sofferenza, ma anche raggiungere l’illuminazione. Stiamo lavorando per questo. È incredibile.

In generale, nella FPMT, lo studio del Dharma, dei sutra e dei tantra, è molto intenso e ora abbiamo molti corsi. Abbiamo 46 ghesce, provenienti dal Nepal, principalmente da Sera; abbiamo ghesce istruiti che hanno studiato e praticato per tutta la vita. Naturalmente sono istruiti, perché tutti i geshe studiano i sutra e i tantra per tutta la vita. Inoltre, ora studiano anche molti tibetani laici, come ha chiesto loro Sua Santità il Dalai Lama. Giovani e anziani studiano il dibattito. Questo sta accadendo in Tibet e anche a Dharamsala.

A volte abbiamo bisogno di organizzare dei ritiri per mettere in pratica il sentiero: non solo per recitare mantra, milioni di mantra, ma per mettere in pratica il sentiero, i tre aspetti principali del sentiero e le due fasi del tantra. Per avere nel cuore ciò che è stato detto dal Buddha e da Lama Tsongkhapa.

In generale, quello che desidero vedere nella FPMT è una maggiore formazione, una familiarizzazione, una educazione positiva al buon cuore, alla bodhicitta. Ecco il modo in cui vorrei vedere gli studenti della FPMT: persone fatte così, persone di buon cuore.

Con più buon cuore, più pace e felicità nella nostra vita, saremo in grado di portare più pace e felicità agli esseri senzienti e a questo mondo. 

Tradotto da: Working at the Dharma Center: Bearing Hardship with a Happy Mind

Shares

Ti potrebbe interessare...

Per approfondire...

Ti è piaciuto questo articolo?

Se questo e gli altri insegnamenti che puoi leggere gratuitamente sul nostro sito ti sono piaciuti aiutaci a continuare a tradurli e pubblicarli con una piccola donazione, poco più di un caffé a testa per la nostra redazione. Grazie!

Oppure scrivi tu l'importo che ritieni più adatto

Seleziona il metodo di pagamento
Informazioni personali

Totale della donazione: €5,00

Carrello