Che cosa chiamiamo “meditazione”

Che cosa chiamiamo “meditazione”

Proponiamo un estratto del libro “Clear Mirror: The Visionary Autobiography of a Tibetan Master“, l’autobiografia di Dudjom Lingpa (1835-1904), un grande maestro tibetano di Dzogchen nonché tertön, rivelatore di tesori spirituali.

Nel seguente testo si illustra, senza mezzi termini, tutta la sofferenza e le relative cause del samsara, l’esistenza ciclica generata dagli esseri senzienti stessi. È una descrizione impetuosa, tagliente e precisa. Che alla fine rivela la via d’uscita, il sentiero, la road-map per porre fine alla sofferenza e le sue cause.

In un sogno di notte al venticinquesimo giorno, una persona sacra apparve dicendo di essere il Re buddhista Trisong Deutsen. Mi disse:

King Trisong Detsen
Trisong Deutsen

Kyé Ho! Figlio fortunato della mia famiglia spirituale
Ci sono innumerevoli esseri senzienti nell’esistenza ciclica
Ma guarda come solo pochi ottengono un corpo umano.
Molti ottengono un corpo umano,
Ma guarda come solo pochi sono dotati di libertà e ricchezza [della preziosa rinascita umana]
Sebbene molti abbiano ottenuto libertà e ricchezze, guarda come solo pochi le rendono significative,
Siccome è come se nessuno le rendesse significative,
guarda come solo pochi raggiungono la liberazione.

In questi giorni, come apparenze in un sogno, 
guarda come anche chi ottiene un prezioso corpo umano spreca la sua vita nel corso di anni, mesi, giorni e attimi.
Dei primi anni di vita, guarda come pochi hanno praticato il Sacro Dharma
fra le attività della vita umana.
Guarda a ciò che hanno ottenuto.
Gli esseri umani che hanno vissuto nel passato
Si occupavano solo con gli affari di questa vita,
Ora che sono sulla strada per la morte, guarda come queste azioni sono loro di aiuto.
Per il beneficio dei loro figli, nipoti, cari e famiglie
Hanno sconfitto i nemici, protetto gli amici,
Coltivato i raccolti, ammassato, truffato.
Ma ora che sono sulla strada alla morte
Guarda al valore e ai risultati di che ciò che hanno fatto
Sebbene gli antenati e chi prima di loro
Abbiano consumato le loro vite nella sofferenza
Pensando alle future generazioni dei figli e nipoti,
C’è qualcuno che si ricorda di questa gentilezza? Guarda bene!

Tutto quello che fai
È la stessa cosa e, dato che è la stessa cosa,
concentrati sul diventare autosufficiente.
Da un monarca universale in alto
A un bambino nato ieri,
Tra cent’anni,
gli esseri umani ora vivi su questa terra
non saranno altro che cadaveri di cenere.
Tutto ciò non è altro che apparenze di un sogno.

Dopo un anno passato
È come se fosse trascorso non più di un mero istante
Anche se riesci a vivere cent’anni, li senti come un piccolo attimo
Al momento della morte, la vita che conducevi ti sembrerà un paesaggio immaginario.
Se arriva il momento dell’eone di distruzione,
tutto ciò di animato e inanimato in questo mondo, nell’intero cosmo fatto da tremila parti,
sparirà nella nullità senza lasciare traccia.

Tutte le persone morte nel passato
E tutti i morti che hai visto avevano la stessa attitudine:
Si battevano e pianificavano per rimanere per tanti anni;
Senza successo, questi desideri 
Crollavano sotto la forza dell’impermanenza e della morte.
Costoro si lasciavano dietro la loro ricchezza come polvere e sassi,
perdevano il loro corpo illusorio come stracci che avevano indosso.
Ed erano separati dagli amici e dalla famiglia come persone in un mercato affollato.
Si svegliavano dagli eventi delle loro vite come da un sogno
E vagavano come cani randagi verso il prossimo mondo.
Senza alcun controllo di dove stessero andando
Erano sospinti alle spalle dall’impetuoso vento del karma.
Guidati disperatamente dai servi del Signore della Morte,
sono precipitati in ciò che non desideravano – dimore delle miserabili esistenze –
per esperire la loro sofferenza da soli.
Piangono in agonia, strillano,
Ma a parte loro stessi, nessuno li vede né sente
Pensa a questo e applicati alla tua personale ricerca dell’illuminazione.

Se sopraggiungono avversità, fame, freddo, malattia e sofferenza
Per il beneficio della tua pratica spirituale
E se ti senti esasperato,
Perché non sei stufo dello sperimentare la sofferenza senza fine
Dell’agonia di freddo e caldo conosciuta dagli esseri infernali
L’esaurimento, la fame e la sete degli spiriti famelici
Oppure la muta stupidità,
l’essere macellato, il lavoro forzato e simile subiti dagli animali?
Se è sorto sconcerto con questi stati,
Come puoi essere annoiato dalle avversità della tua pratica spirituale?

Non dimenticare questi punti chiave. Infondili nella tua mente.
Non dimenticare questi punti chiave. Tienili nel tuo cuore.
Prendili come la principale fra tutte le istruzioni essenziali.
Non dimenticare! Non dimenticare! Non dimenticare la morte!
Non essere distratto! Non essere distratto! Non essere distratto in questa vita umana!
Non abbandonare! Non abbandonare! Non abbandonare ciò che è di aiuto per la prossima vita!
Pensaci! Pensaci! Pensa alla sofferenza dell’esistenza ciclica!
Concentrati! Concentrati! Concentrati sul sacro sentiero Buddhista!
Sfuggi! Sfuggi! Sfuggi dalle dimore dell’esistenza ciclica!
Persegui! Persegui! Persegui la via alla liberazione.

La saggezza di questo re sovrano si sposta su di te.
Nel passato, quando ero Rikzin Jikmé Lingpa,
tu eri il mio zio materno conosciuto come grande meditatore
Ed eri insuperabilmente gentile nei miei confronti
Perciò, la fruizione di ciò è il mio incontro qui con te
In questa vita, noi saremo padre e figlio.
Nel futuro, nel paese boreale di Shambala,
tu e io ci accompagneremo come Re e ufficiale.

Dudjom Lingpa
Tratto dal libro Clear Mirror: The Visionary Autobiography of a Tibetan Master di Traktung Dudjom Lingpa, Lama Tharchin Rinpoce (tradotto da Chonyi Drolma), edito da Rangjung Yeshe Publications nel 2012.

Dudjom Lingpa

Dudjom Lingpa (1835–1904) fu un maestro tibetano di meditazione, un insegnante spirituale. Era anche un tertön, uno “scopritore di tesori” (un maestro che ha ritrovato tesori spirituali nascosti secondo la tradizione nell’VIII e IX secolo in varie località del Tibet per preservarli dalle persecuzioni religiose). Non ricevette alcuna educazione formale, né prese l’ordinazione come monaco, a differenza di molti altri maestri. Inoltre, non apparteneva a una scuola o tradizione buddista consolidata del suo tempo. Ricevette un’accoglienza scettica da molti dei suoi contemporanei a causa del fatto che, nonostante non studiasse con nessun insegnante buddista affermato del suo tempo, affermò di ricevere insegnamenti sulla meditazione e sulla pratica spirituale direttamente da maestri non fisici come Guru Rinpoce e Yeshe Tsogyal, così come divinità come Avalokitesvara e Manjushri.
Fu accettato dai suoi contemporanei come un autentico maestro e tertön solo quando i suoi discepoli iniziarono a mostrare chiari segni di maturità spirituale. Oggi i suoi insegnamenti e le sue opere letterarie, specialmente quelle sulla non meditazione (dzogchen), sono molto apprezzate nella tradizione Nyingma del Buddismo tibetano.

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