Uno dei nostri bisogni più profondi è l’approvazione degli altri. L’idea stessa di “successo”, grande o piccolo che sia, è definita in base a ciò che gli altri pensano di noi. Essere “maneggiati” con cura, cercare e ricevere feedback è fondamentale per una crescita sana come esseri umani, ma più potere diamo agli altri – per ottenere questa approvazione – meno siamo sicuri della nostra realtà, di chi siamo realmente, e più ci muoveremo in tutte le direzioni, senza mai sapere che cosa sia giusto e che cosa sbagliato.
Fin dalla nascita, ci affidiamo agli altri, a partire da nostra madre, per ottenere la loro approvazione. Tuttavia, se non sviluppiamo una nostra bussola morale, passeremo la vita a cercare di adattare le nostre azioni per compiacere il prossimo, per non apparire “diversi”. E’ la normalità per la maggior parte delle persone ma è anche la ricetta per la bassa autostima, per il disprezzo di sé, per l’insoddisfazione e persino per la disperazione.
La pressione dei nostri simili c’è sempre stata, ma al giorno d’oggi è di un’intensità incredibile, con l’accesso istantaneo – attraverso soprattutto i social media – a innumerevoli opinioni ovunque ci giriamo e il presupposto che l’approvazione degli altri sia il nostro principale punto di riferimento. Siamo così desiderosi di un’approvazione costante che è quasi come se pensassimo di non avere alcun un valore finché non la riceviamo, che non siamo noi stessi finché non lo dice qualcun altro.
Non possiamo fermare questa tendenza a guardare ossessivamente verso l’esterno? Possiamo cambiare prospettiva? Abbiamo bisogno di un punto di riferimento, certo!, ma qual è? Il punto di vista buddhista è piuttosto semplice. La base della nostra vita, delle nostre decisioni, delle nostre azioni e dei nostri stessi pensieri dovrebbe essere l’etica.
Ma che cos’è l’etica? Che cosa rende un’azione eticamente valida? Basta fare un rapido sondaggio tra amici, parenti e conoscenti per scoprire che a nessuno su questo pianeta – animali compresi – piace essere danneggiato. Tutti vogliono essere felici, tutti vogliono evitare la sofferenza. È un dato di fatto universale. E qual è la deduzione logica che possiamo trarne? Che una condotta etica significa innanzi tutto cercare di non fare del male agli altri, iniziando con il coltivando il desiderio, il pensiero, l’aspirazione a non nuocere a nessuno. Perché tutto ciò che facciamo e diciamo ha delle conseguenze, anche sugli altri.
Causa ed effetto sono una legge naturale, non si tratta di qualcosa a cui credere perché lo dice qualcuno, cosa che invece rappresenta il fulcro della visione dell’etica della maggior parte delle religioni e della visione dell’etica nel mondo materialista: non fare questo perché lo dice la mamma, non fare quello perché lo dicono le leggi; fai questo perché sarai approvato. Questa è solo un’altra forma, seppur accettata, di pressione tra pari.
Come possiamo fare a scoprire la verità di questa legge naturale e non accettarla semplicemente per convenzione, perché “si è sempre fatto così”? Come possiamo interiorizzarla? Il primo passo è capire che noi per primi non vogliamo essere danneggiati: non ci piace che ci si menta, non ci piace essere derubati, non ci piace essere maltratti, feriti, umiliati… Vogliamo essere felici, non vogliamo soffrire.
A questo punto che altro dobbiamo fare? Il primo passo è renderci conto che qualsiasi cosa facciamo e diciamo – e, soprattutto, pensiamo – porterà a delle conseguenze e questo significa che se vogliamo essere felici, se non vogliamo soffrire, dobbiamo riconfigurare la nostra mente e poi, a nostra volta, modificare il nostro modo di relazionarci con gli altri.
Questo è vivere davvero una vita – interiore ed esteriore – basata sulla logica dell’etica.
Con questa certezza seguiremo naturalmente la nostra bussola morale interiore. Quando diamo valore alle nostre opinioni e viviamo una vita in linea con esse, usando l’etica come base, allora è facile vivere in questo mondo. Saremo aperti alle opinioni degli altri, ma non saremo condizionati o guidati da esse. Saremo più centrati, più radicati, più soddisfatti. Avremo il coraggio di pensare e agire con saggezza e compassione, per il nostro bene e per quello degli altri. Saremo davvero noi stessi.